LA RUSSIA CONTRO I NAZISTI

Appunto sull’ultima fase della Seconda Guerra Mondiale vista dal punto di vista tedesco: la controffensiva sovietica dal ’43 al ’45.  L’appunto vuole dare informazioni di carattere generale senza tuttavia sostituirsi alle informazioni più dettagliate presenti nei libri di storia.

Come già precedentemente spiegato (vai al LINK) gli eventi della Seconda Guerra Mondiale possono essere divisi in tre gruppi:

  1. 1939- 1941:  Germania e Unione Sovietica sono alleate
  2. 22 giugno 1941 – 1943 : la Germania guida l’offensiva
  3. 1943 – 1945: Controffensiva sovietica e Germania costretta alla ritirata

Per avere informazioni sugli ulteriori eventi della Seconda Guerra Mondiale, sempre vissuti dalla Germania nazista, si vada alle altre pagine della sotto-sezione di storia tedesca. Link: https://parliamotedesco.altervista.org/blog/seconda-guerra-mondiale/

Per avere informazioni sugli eventi precedenti l’argomento di questa pagina, andare ai seguenti link: https://parliamotedesco.altervista.org/blog/soglie-del-conflitto/ ,

 https://parliamotedesco.altervista.org/blog/il-patto-molotov-ribbentrop/,

 https://parliamotedesco.altervista.org/blog/dal-1939-al-1941/ 

https://parliamotedesco.altervista.org/blog/operazione-barbarossa/

Premessa

Nel giugno del 1941 i Nazisti (seguaci del partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori) avevano dato vita all’ “Operazione Barbarossa” (Unternehmen Barbarossa), ovvero il grande attacco tedesco contro la Russia, facente parte dell’Unione Sovietica – di cui precedentemente era alleata con il patto Molotov- Ribbentrop – attraverso una poderosa avanzata a est da Berlino fino a Mosca.

Uno ad uno, i Paesi dell’Unione Sovietica si erano arresi all’avanzata tedesca senza riuscire a contrattaccare. Soprattutto, forti del Patto Molotov-Ribbentrop, i sovietici non si erano preparati ad affrontare un voltafaccia nazista e, fino all’ultimo, Stalin (capo dell’Unione Sovietica) era stato convinto che la marcia verso Mosca non avrebbe avuto il carattere di sterminio incondizionato che invece assunse nell’estate del ’41.

L’Ucraina, occupata dai nazisti, aveva offerto il suo aiuto agli invasori per liberarsi dal regime comunista, ma il loro aiuto era stato rifiutato da Hitler, capo dei nazisti.

Nell’ottobre del ’41 l’armata di Hitler, assieme agli alleati Italia, Ungheria, Romania e Slovacchia era arrivata alle porte di Mosca bombardando la città, uccidendo e imprigionando milioni di sovietici. Ma poi, l’inverno particolarmente freddo di quelle particolari aree geografiche aveva costretto le truppe naziste a interrompere le azioni militari e a decidere di riprendere l’avanzata nella primavera del ’42.

Questo aveva dato modo ai russi di raccogliere le forze e di preparare una controffensiva, grazie anche agli aiuti dell’Inghilterra e degli Stati Uniti, ma non meno importante, anche grazie alla non belligeranza da parte dei giapponesi verso l’Unione Sovietica: questi si erano attenuti al patto iniziale di non attaccare mai i confini russi a est e avevano spostato il fronte d’azione a ovest, sull’Oceano Pacifico, contro gli Americani.

La controffensiva 

La controffensiva russa inizia il 7 novembre 1941, quando Stalin tiene l’annuale discorso commemorativo sulla Rivoluzione d’Ottobre e sulla presa del Palazzo d’Inverno avvenuta nel 1917 (vai alla PRIMA GUERRA MONDIALE per saperne di più sull’argomento). Durante il discorso, tenutosi nella metropolitana di Mosca (poiché la Piazza Rossa di Mosca, teatro usuale del discorso, era stata bombardata), il capo del partito bolscevico ricorda ai concittadini delle grandi vittorie del passato dell’esercito russo: la guerra contro i Tartari, la guerra contro i Mongoli e la Guerra Patriottica contro l’esercito di Napoleone Bonaparte. Ciò ha lo scopo di risvegliare il sentimento patriottico nell’animo dei russi e di muovere guerra contro un altro nemico venuto per cancellare il loro popolo dalla carta geografica.

Nella primavera del ’42 Hitler parte nuovamente alla carica deciso ad arrivare a Stalingrado (così era stata chiamata la città di Volgograd dopo il 1925). Stalingrado, vicino al fiume Don, è un’importante stazione di rifornimento di acqua e di cibo per l’esercito russo, ma la presa della città ha soprattutto un valore simbolico per Hitler: consapevole della rinascita del sentimento patriottico russo, mira a distruggere la città che porta il nome del loro capo indiscusso, Stalin, per indebolire anche l’ultima scintilla di rivolta.

STALINGRADO
Volgograd, chiamata Stalingrado dal 1925 al 1961. Pubblico dominio.

 Il suo intento non è quello di fermarsi qui, ma di andare oltre, sempre più a est, minacciando anche i possedimenti britannici in Oriente (India, Cina, ecc.).

Tuttavia, Hitler decide che per il momento la priorità è quella di arrivare a Stalingrado, e fa in modo che le truppe dirette verso sud-est, nel Caucaso, rallentino la loro marcia finché la città non sarà presa. Ciò farà sì che anche l’esercito inglese abbia la possibilità di preparare la controffensiva, e darà meno possibilità alle truppe tedesche di salvarsi dalle conseguenze della terribile Battaglia di Stalingrado.

La VI armata tedesca arriva infatti a Stalingrado nell’estate del ’42, dove viene combattuta una sanguinosa battaglia durante la quale, tuttavia, la città si rifiuta di cedere.

La VI armata tedesca è guidata dal generale Friedrich Von Paulus, mentre le armate russe dal generale Timošenko. Nella prima fase della battaglia, i tedeschi sembrano avere la meglio riuscendo ad arrivare al Volga nel mese di settembre. Tuttavia, nel mese di novembre avviene una potente controffensiva russa. La battaglia continua fino ai primi mesi del ’43 (febbraio) finché l’armata tedesca, adesso composta solo da 9.000 soldati, è costretta alla ritirata.

Si veda anche il video sottostante reperibile all’indirizzo web https://www.youtube.com/watch?v=nVm0xTkN4O4 caricato da CinecittaLuce per avere un’idea di cosa fu quell’importante battaglia.

Questa prima grandissima sconfitta delle truppe tedesche causerà un “turning point“, cioè un “giro di vite” delle sorti della guerra: da questo momento in poi, vi saranno battaglie molto importanti dove eserciti dapprima in difficoltà avranno la meglio sulle forze tedesche, come la battaglia di El-Alamein, in Egitto.

La battaglia di El-Alamein sarà combattuta due volte: la prima nel luglio 1942 e la seconda nell’autunno dello stesso anno.

La prima battaglia viene combattuta tra il generale tedesco Rommel e il generale britannico Auchinleck. Sebbene la sconfitta non sia eclatante, i tedeschi mettono in seria difficoltà l’esercito inglese e lo ricacciano verso il mare. La seconda battaglia, invece, viene combattuta tra Rommel e il generale inglese Montgomery. Nonostante un’ottima capacità di difesa da parte dei tedeschi, assieme agli alleati – italiani compresi, che hanno deciso di opporsi alle decisioni del governo italiano alleato coi tedeschi  – gli inglesi riescono a segnare un’importante vittoria lungo le coste dell’Egitto, da cui partiranno una serie di altre vittorie che porteranno la guerra a favore della Russia e dei Paesi suoi alleati (gli “Alleati”, come vengono appunto chiamati).

Vi sarà poi il movimento della Resistenza (nato per sconfiggere definitivamente il nazismo) da parte dei russi, che coinvolgerà milioni di cittadini. Lo stesso movimento, in Italia, coinvolge un numero inferiore di militari (chiamati “partigiani“) ma non meno agguerrito: l’11 gennaio 1944 Galeazzo Ciano, collaboratore di Mussolini e quindi alleato di Hitler, viene fatto fucilare con l’intento di eradicare il nazi-fascismo. Nel giugno dello stesso anno, Roma sarà invasa dagli alleati americani.

La controffensiva russa si sposta a Leningrado, e da questo momento inizieranno una serie di feroci battaglie contro l’esercito tedesco. Alla fine, i sovietici libereranno l’Ucraina dall’egemonia nazista, e i tedeschi ripiegheranno invadendo l’Ungheria. Questa deciderà di rimanere al fianco di Hitler, mentre Finlandia e Bulgaria si arrenderanno nell’autunno del ’44.

URSS
Leningrado e marcia verso l’Ucraina. Immagine tratta da ” Scintille”, sussidiario per la V classe, editore Juvenilia, Bergamo, 1964. Pagina 142.

Per saperne di più sugli eventi successivi, vai alla pagina dedicata a LA FINE DELLA GUERRA.

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