CARLO V

Storia di Carlo V (1500-1558), della casata degli Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero che ha segnato profondamente la storia europea coltivando il sogno della “monarchia universale” sotto un’unica fede religiosa.

CARLO V
“Carlo V a cavallo”, ritratto di Tiziano del 1548. Immagine di pubblico dominio.

Carlo V era nato a Gand, nelle Fiandre, nel 1500. Suo padre era Filippo I d’Asburgo, detto “Il Bello”, a sua volta figlio di Massimiliano I imperatore del Sacro Romano Impero, mentre sua madre era Giovanna di Castiglia e di Aragona, figlia dei sovrani spagnoli Ferdinando II d’Aragona e Isabella I di Castiglia ( “I re cattolici”). Giovanna è passata alla storia come “Giovanna la Pazza” (in spagnolo “Juana la Loca” e in tedesco “Johanna die Wahnsinnige”) in quanto perse il senno dopo la morte del marito nel 1506, sebbene avesse dato segni di instabilità mentale fin da prima.

Fratelli di Carlo erano invece: Eleonora, Isabella, Ferdinando (che salirà al trono del Sacro Romano Impero dopo di lui col nome di Ferdinando I), Maria e Caterina. 

Grazie alle sue parentele, quando il nonno paterno morì, nel 1519, e il giovane Carlo V venne eletto nuovo imperatore dai principi elettori, questi si trovò a comandare un territorio vastissimo che comprendeva, da parte di padre, il Sacro Romano Impero e i Paesi Bassi, e da parte di madre la Spagna, il regno di Napoli, di Sicilia e di Sardegna, nonché le colonie spagnole in America del sud. Ciò garantiva ai suoi domini non solo una notevole estensione, ma anche un’immensa ricchezza, dovuta soprattutto ai giacimenti di oro e d’argento che si trovavano nelle Americhe. Proprio perché il suo impero si estendeva per chilometri e chilometri da occidente fino a oriente, Carlo V passò alla storia per la frase “Sulle mie terre (o sul mio regno) non tramonta mai il sole” (vai all’appendice dedicata ai possedimenti di Carlo V per saperne di più su tutte le proprietà di cui disponeva).

Nel 1516 Carlo V aveva ereditato la corona di Castiglia e di Aragona (ossia di tutta la Spagna, formata dal ricongiungimento dei due regni nella sua persona), ma venne accusato dalla popolazione di aver fatto passare la madre per pazza e di averla tenuta prigioniera a Tordesillas – dove era rinchiusa dal 1506 – per potersi appropriare del trono. Gli spagnoli si rifiutarono pertanto di riconoscerlo come sovrano, e così il giovane re dovette lasciare la reggenza ad Adriano di Utrecht (futuro papa Adriano VI) e rimanere in Austria. Approfittando della sua assenza nel 1519 per l’incoronazione a imperatore del Sacro Romano Impero, le comunità castigliane insorsero dando vita alla “Rivolta dei Comuneros” (1520- 1522), che venne soppressa con la Battaglia di Villalar (23 aprile 1521) e la sottomissione di Toledo nel 1522. Durante la rivolta, vi fu un tentativo di porre sul trono di Spagna Giovanna la Pazza, considerata unica legittima erede, ma il colpo di Stato venne completamente soffocato quando i capi della rivolta (Juan de Padilla, Juan Bravo e Francisco Maldonado) furono arrestati e decapitati per ordine di Carlo V.

Chiamandosi “Carlo” come Carlo Magno, re dei Franchi e primo imperatore del Sacro Romano Impero, il giovane sovrano decise di avviare un progetto di unificazione dell’Europa sotto la sua corona, onde ripristinare i confini del regno comandato dal suo omonimo. Per fare questo, era necessario compattare tutta la popolazione, benché molto vasta e disomogenea. Essendo cattolico, Carlo V decise di promuovere innanzitutto la conversione dei suoi sudditi verso questa religione, poiché era convinto che il mezzo più efficace di compattazione sarebbe stata la fede.

Infatti, già nei primi anni della sua ascesa al trono, alcuni dei duchi tedeschi (chiamati anche “prìncipi” dopo la Guerra dei Trent’Anni) si erano convertiti a una nuova religione che sarà poi battezzata “Protestantesimo” e infine “Luteranesimo”, e il loro essere di una diversa fede rispetto all’imperatore aveva promosso atti di disubbedienza verso la sua autorità (vai anche alla pagina su LA RIFORMA PROTESTANTE per saperne di più). Il ripristino della religione cattolica mirava a sedare le rivolte interne da parte dei protestanti (o Luterani, come verranno chiamati quando nasceranno più religioni protestanti diverse), e inoltre garantiva un rinnovato entusiasmo all’interno della popolazione, che sarebbe servito per contrastare la minaccia musulmana dei Turchi ottomani a sud-est (vai anche alla pagina su FERDINANDO I D’ASBURGO e sulla GUERRA AUSTRO-TURCA per sapere di cosa si tratta). Oltre a questo, Carlo V voleva stabilire una continuità con le ideologie fortemente cattoliche di suo nonno Ferdinando d’Aragona, contrapponendosi invece alle vedute anti-clericali di sua madre Giovanna la Pazza.

L’atto di disobbedienza più importante da parte dei prìncipi luterani si ebbe nel 1529, quando, con la Seconda dieta di Spira (la prima era avvenuta nel 1526 e aveva concesso una certa tolleranza religiosa), fu comandato loro di restituire tutti i beni sottratti alla Chiesa cattolica in favore di quella luterana: questi si rifiutarono decisamente di sottostare alle richieste dell’imperatore attraverso il documento “Protestamur” (così chiamato perché iniziava con tale parola),  il quale dette, da quel momento in poi, il nome di “Protestanti” a tutti coloro che aderivano alla nuova fede. Ancora oggi viene utilizzato questo termine per intendere i cristiani di una religione diversa da quella cattolica,  anglicana o ortodossa (ad esempio: luterani, calvinisti, presbiteriani, valdesi, ecc.).

Carlo V non riuscì a frenare l’avanzamento delle conversioni al Luteranesimo, sebbene nel 1521 avesse presieduto la Dieta di Worms, ossia il concilio durante il quale il papa Leone X aveva scomunicato Martin Lutero, il fondatore della religione che da lui prendeva nome, nata per una polemica verso la Chiesa di Roma. Durante la dieta, Carlo V aveva bandito per sempre Martin Lutero dall’impero, ma questi aveva trovato protezione presso il Ducato di Sassonia, e in seguito i vari prìncipi elettori, da secoli contrari all’autorità dell’imperatore, si erano fatti sostenitori delle sue idee. In poco tempo, moltissimi nobili tedeschi si erano convertiti al Luteranesimo per opporsi all’autorità di Carlo V, e il sogno di un impero unito era lentamente sfumato (vai alla pagina LA RIFORMA PROTESTANTE per saperne di più sullo scontro tra Carlo V e i protestanti).

Più tardi, l’imperatore si trovò in forte contrasto anche con il cattolicissimo re di Francia Francesco I per il possedimento del Ducato di Milano, che faceva parte del Sacro Romano Impero.

FRANCESCO I DI FRANCIA
Francesco I di Francia.

Questo ducato, molto fiorente e comandato dal duca Francesco II Sforza (anche se costitutiva un ducato vassallo dell’impero) era conteso sia dalla Francia che dalla Germania per la sua posizione geografica strategica: rappresentava infatti un punto di connessione tra l’Europa del nord e quella del sud, ed era quindi il principale crocevia degli scambi commerciali tra i possedimenti tedeschi a nord e quelli nel sud Italia. In più, Francesco I rivendicava la sua parentela coi Visconti, duchi di Milano prima degli Sforza, e per questa ragione, oltre che per motivi economici, pretendeva insistentemente il ducato.

Negli anni precedenti, i suoi predecessori erano stati impegnati nelle cosiddette “Guerre d’Italia” (1494 – 1559), una serie di otto conflitti fatti scoppiare dalla Francia per il possesso di alcuni territori italiani. In particolare, le guerre furono iniziate nel 1494 da Carlo VIII di Francia per il possedimento dell’ Italia meridionale, ma successivamente, con Luigi XII, c’era stata un rivendicazione anche  anche di quella settentrionale, specialmente del ducato di Milano. Questo costituiva un problema in quanto l’Italia settentrionale faceva parte del Sacro Romano Impero, mentre quella meridionale apparteneva dal 1442 agli Aragonesi, che erano alleati della Germania attraverso il matrimonio tra Giovanna la Pazza e Filippo il Bello di Borgogna (per saperne di più, vai alla pagina dedicata a LE GUERRE D’ITALIA che si trova nel blog del sito di grammatica e cultura francese “Francese Facile”).

Francesco I voleva continuare il sogno espansionistico della Francia a spese dei possedimenti spagnoli e imperiali, nonché riappropriarsi del titolo di “imperatore del Sacro Romano Impero” che i Germani avevano acquistato nel 962 con Ottone I, togliendolo ai Franchi.

Sebbene inizialmente riuscì ad avere la meglio nella Terza Guerra d’ Italia (1508 – 1516), ottenendo sia il ducato di Milano che i ducati di Parma e Piacenza (concordati di Bolognapace di Noyon, 1516), con la battaglia di Pavia del 1525 perse tutti i territori italiani conquistati. Egli stesso venne imprigionato a Torre del Guado assieme ai figli Enrico (futuro re Enrico II) e Francesco, ad opera dell’esercito spagnolo sotto il comando di Carlo V, riuscendo a liberarsi solo dopo alcuni anni (Quarta Guerra, 1521 – 1526).

Dopo la sua scarcerazione nel 1527, il re di Francia si disse inizialmente non più interessato a conquistare i ducati italiani, ma avendo perduto con la pace anche la possibilità di ottenere il ducato di Borgogna, decise immediatamente di allearsi col nuovo papa, Clemente VII (da non confondere con l’anti-papa dello Scisma d’Occidente), per costituire una nuova lega (Lega di Cognac) contro Carlo V, alla quale aderirono anche la Repubblica di Venezia, la Repubblica di Genova, la Signoria di Firenze e il duca di Milano Francesco II Sforza. Ne nacque una nuova guerra (Guerra di Cognac o Quinta Guerra d’Italia, 1526 -1530) durante la quale Carlo V, con l’aiuto del cardinale Pompeo Colonna, fece assediare la città di Roma per sottomettere l’autorità pontificia.

Clemente VII si mostrò inizialmente collaborante con Carlo V, ma una volta tolto l’assedio, rafforzò la sua alleanza con Francesco I, e quest’atto fu visto dall’imperatore come un alto tradimento. Perciò, quest’ultimo si vide costretto a inviare a Roma una sorta di “spedizione punitiva” da parte dell’esercito dei Lanzichenecchi, feroci soldati mercenari istituiti da Massimiliano I privi di salario, che si arricchivano solo con saccheggi e scorribande.

 I Lanzichenecchi scesero a Roma il 6 maggio 1527, ma si dettero al suo saccheggio per ben 10 mesi (Sacco di Roma). La devastazione della città costrinse il papa a rompere una volta per tutte l’alleanza con Francesco I, che nel 1530, dopo la pace di Cambrai (1529), ottenne la Borgogna e sposò la sorella maggiore di Carlo V, Eleonora, per sancire la pace con l’imperatore. Tuttavia, non rassegnato a darla vinta al nuovo cognato, nel 1531 decise di unirsi alla Lega di Smalcalda che i prìncipi protestanti avevano fondato per opporsi all’autorità di Carlo V, e fece in modo da rafforzare il loro potere. In più, si alleò nel 1536 col sultano ottomano Solimano il Magnifico, nemico di Carlo, per favorire l’avanzata turca nelle terre del Sacro Romano Impero (difendendo le proprie) e per cercare di conquistare Algeri. Questo fu uno dei grandi colpi di scena della storia: che il cattolicissimo Francesco I, sovrano che aveva combattuto anche contro gli Ugonotti (calvinisti in terra di Francia) si alleasse con un musulmano.

Ma nel frattempo, nel 1535, Francesco II Sforza era morto senza eredi e aveva lasciato il ducato di Milano a Filippo, il figlio di Carlo V (futuro Filippo II di Spagna), così chiamato in onore del nonno Filippo il Bello. Con questo gesto, i francesi persero ogni diritto di reclamare il ducato.

Nel 1536 Francesco invase il ducato di Savoia, facente parte dei territori imperiali, reclamandolo per sé assieme alla città di Torino (Sesta Guerra, 1536 – 1538) e nel 1538 firmò la tregua di Nizza con l’imperatore senza sostanziali vittorie.

Dal 1542 al 1546 si svolse la Settima Guerra d’Italia, durante la quale ebbe luogo l’assedio di Nizza (1543) da parte dei francesi e degli ottomani per rivendicare la Savoia. Carlo V rispose facendo assediare Boulogne e Soissons nel 1544, dopo la sconfitta che gli venne inflitta nella battaglia di Ceresole. Nello stesso anno, entrambe la parti firmarono la Pace di Crépy, con la quale la Savoia venne assegnata alla Francia mentre il ducato di Milano venne consegnato definitivamente a Carlo V. Venne anche deciso il fidanzamento tra Carlo d’Orléans, figlio di Francesco I, e Maria, figlia di Carlo V, ma questo venne sciolto subito dal re di Francia dopo essersi dichiarato non soddisfatto degli accordi pre-matrimoniali.

Dopo la morte di Francesco I che avvenne nel 1547, il figlio e nuovo re di Francia Enrico II continuò le ostilità con il Sacro Romano Impero alleandosi coi prìncipi tedeschi di fede luterana come aveva fatto suo padre. Dopo alcuni scontri (assedio di Metz del 1552-1553), avvenuti durante l’ottava Guerra d’Italia (1551 – 1559), si arrivò alla firma della pace di Augusta del 1555 tra Carlo V e i luterani, con la quale venne decretata la libertà per tutti i prìncipi e nobili tedeschi di scegliere la propria religione. I sudditi, invece, avrebbero dovuto sottostare alla fede del duca sotto cui si trovavano (principio del “cuius regio, eius religio” ovvero “di chi è la regione, di lui sia la religione”). Alla pace di Augusta (25 settembre 1555) non presenziò l’imperatore, ma venne delegato suo fratello Ferdinando, il quale fu il vero responsabile dei princìpi di tolleranza che vennero decretati da quel momento in poi.

Dal 1545 al 1563 si svolse tuttavia il concilio di Trento presieduto da papa Paolo III e al quale stavolta partecipò anche Carlo V, il quale dette inizio a quella che viene chiamata “Controriforma” della Chiesa Cattolica, per opporsi a quella che era stata la Riforma Protestante. La Controriforma il cui scopo era il restauro della Chiesa cattolica e la riaffermazione della sua autorità, ebbe un grandissimo successo, e rinnovò lo spirito cristiano nelle terre rimaste cattoliche.

Visto crollare il suo sogno di unificazione dell’impero, Carlo V si decise ad abdicare nel 1556 per chiudersi in convento in Spagna, a Cuacos de Yuste, lasciando al fratello minore Ferdinando I il titolo di imperatore e tutti i possedimenti asburgici in Austria, mentre al figlio Filippo II la Spagna, Castiglia, la Sicilia, i Paesi Bassi e le colonie americane. Nacquero così la casata degli Asburgo del Sacro Romano Impero (o d’Austria) e la casata degli Asburgo di Spagna. Quest’ultima si estinse nel XVIII secolo (clicca sul link per conoscere la storia di questo ramo della dinastia).

Per ragioni burocratiche, l’elezione di Ferdinando (dichiarato erede dell’impero già nel 1531) venne approvata solo nel 1558, l’anno della morte di Carlo V.

Carlo V morì infatti nel settembre 1558, per insufficienza renale.

Nel 1559 Enrico II di Francia e Filippo II di Spagna firmarono la pace di Cateau-Cambrésis, con la quale la Francia rinunciò per sempre alle mire espansionistiche sull’Italia e i possedimenti del nord e sud Italia (regno di Napoli, di Sicilia e di Sardegna e ducato di Milano) vennero concessi interamente alla Spagna.

(Se vuoi conoscere i dettagli del conflitto tra Francesco I e Carlo V, vai alla pagina del blog di Francesefacile.altervista.org su FRANCESCO I).

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