LA PORTA DI BRANDEBURGO

La Porta di Brandeburgo (Brandeburger Tor) è uno dei monumenti più famosi di Berlino, la capitale della Germania, e della Germania in generale. La sua fama è tale da costituire uno dei simboli della capitale tedesca assieme alla Colonna della Vittoria.

Alta 26 metri e larga 65, la porta fu costruita nel 1788 da Carl Gotthard Langhans su ordine del re Federico Guglielmo II di Prussia (in carica dal 1786 al 1797), principe elettore di Brandeburgo, per simboleggiare la pace.

La porta prende appunto nome dal margraviato di Brandeburgo, di cui Federico Guglielmo II (nipote di Federico II il Grande) era principe elettore, ed è uno splendido esempio di arte neoclassica ispirato dall’architettura greca di Atene.

Costruita interamente in pietra, la porta è collocata alla fine del viale Unten den Linden (Sotto i tigli) di Berlino, presso Pariser Platz (distretto di Mitte, omonimo quartiere di Mitte).

E’ costituita da sei colonne con capitelli dorici che lasciano libere cinque entrate che di notte vengono illuminate per poterle ammirare in tutta la loro bellezza. Dalla sua facciata è possibile ammirare la bellissima Colonna della Vittoria, nel quartiere confinante di Tiergarten.

In cima alla costruzione è posta la statua alata della pace che guida un carro trainato da quattro cavalli (quadriga) e che sorregge un’asta con un’aquila, simbolo del potere imperiale. La statua non è opera di Langhans ma di Johann Gottfried Schadow che la progettò nel 1794. Le due navate accanto alla porta, di altezza inferiore rispetto a quest’ultima, furono invece costruite nel XIX secolo da Johann Heinrich Strack.

Nel 1807 Napoleone Bonaparte, reduce dalla guerre contro la Prussia, alleata dello zar Alessandro I, fece portare la quadriga a Parigi, ma questa venne poi riportata a Berlino e ricollocata sopra la porta nel 1814, quando il potere napoleonico decadde. In tale occasione, venne aggiunta anche la croce all’asta della pace, sotto l’aquila imperiale.

Durante la seconda guerra mondiale, la porta subì diversi danni a causa dei bombardamenti e dovette affrontare una lunga opera di restauro negli anni ’50. Alcune porzioni erano irrecuperabili, e dovettero quindi venire ricostruite del tutto.

Ma la sua storia è importante soprattutto a causa degli eventi che sconvolsero la capitale tedesca nel dopoguerra: quando la Germania, Paese sconfitto, venne divisa in una parte est (Repubblica Democratica Tedesca) e una ovest (Repubblica Federale di Germania) assieme alla città di Berlino (vedi cartina sottostante). La Porta di Brandeburgo, trovandosi nel quartiere di Mitte (zona est dell’omonimo distretto) venne assegnata ai territori della Germania dell’Est controllati dal regime sovietico.

Nel 1961, a causa della Guerra Fredda (1947 – 1991) tra Stati Uniti e Unione Sovietica, venne decisa la costruzione del Muro di Berlino (Berliner Mauer) da parte del governo della Germania dell’Est, ed esattamente di fronte alla Porta di Brandeburgo, per impedire il passaggio nella Germania dell’Ovest (influenzata, anche se non controllata, dagli Stati Uniti) da parte della popolazione sotto il regime sovietico.

La porta venne tenuta coperta dal governo sovietico durante tutte le visite ufficiali del presidente degli Stati Uniti a Berlino, e venne scoperta solo quando il muro cadde, nel 1989. Oggi a Berlino sono presenti ancora dei resti del muro che venne fatto costruire negli anni ’60, ma quelli accanto alla Porta di Brandeburgo sono stati del tutto distrutti.

La Porta di Brandeburgo si trova poco lontano dalla Colonna della Vittoria (a cui è collegata tramite Straße des 17. Juni) e da Potsdamer Platz, luogo che, prima della riunificazione tedesca nel 1989, segnava il punto di congiunzione tra Berlino Est e Berlino Ovest assieme ad altri come il Checkpoint Charlie.

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