LE GUERRE HUSSITE

Le guerre hussite furono importanti conflitti che ebbero luogo in Boemia dal 1419 al 1434 in seguito allo Scisma d’Occidente (1378-1417), e più precisamente in seguito al concilio di Costanza che tra il 1414 e il 1418 pose fine allo scisma. Dal momento che queste guerre furono vere e proprie “guerre di religione”, vengono ricordate anche col nome di crociate contro gli Hussiti”.

Gli Hussiti erano i seguaci di Jan Hus (1371-1415), un religioso boemo e professore dell’università di Praga che venne dichiarato eretico per alcune sue teorie contrarie ai dettami della fede cattolica, quali la critica all’infallibilità del papa e al potere temporale del clero, che in Boemia vantava numerosi possedimenti. Dopo aver creato attorno a sé un numero cospicuo di seguaci, che presero nome “Hussiti”, Jan Hus venne giustiziato nel 1415 in occasione del concilio di Costanza, quando la chiesa cristiana d’Occidente decise di rafforzare il proprio potere e di diventare più compatta. La morte di Jan Hus, tuttavia, non determinò la fine del movimento religioso rivoluzionario, e anzi, da quel momento in poi, i cattolici (ossia i cristiani d’Occidente) e gli hussiti che vivevano a Praga iniziarono a farsi una spietata guerra.

Il 30 luglio 1419 ebbe infatti luogo la “defenestrazione di Praga”, in cui gli hussiti, capeggiati dall’abilissimo generale Jan Troznowski (conosciuto comeŽižka”), gettarono dalla finestra del municipio della capitale alcuni funzionari cattolici che tenevano prigionieri dei seguaci hussiti per conto del cattolicissimo re di Boemia Venceslao IV. Quest’atto determinò la morte istantanea dei funzionari, che ricaddero sulle lance di alcuni soldati hussiti pronti ad aspettarli sotto le finestre del municipio.

Il sovrano, Venceslao IV, non era una figura ben vista dal suo popolo poiché giudicato completamente privo di polso (venne infatti soprannominato “Il pigro”), e questo suo atteggiamento gli era stato fatale anche nel permettere il dilagare del movimento hussita all’interno del suo regno. Molto diverso era invece il fratello Sigismondo, che gli successe un mese dopo la famosa “defenestrazione” (più precisamente nell’agosto del 1419).

Quando Venceslao lasciò il regno di Boemia al fratello Sigismondo di Lussemburgo, già imperatore del Sacro Romano Impero e primo responsabile dell’esecuzione di Jan Hus, ecco che scoppiarono le guerre hussite, una serie di scontri che ebbero luogo in Boemia nella prima metà del XV secolo.

Nonostante i tentativi, e nonostante contassero eserciti più numerosi, i cattolici non riuscirono mai a fermare l’avanzata del movimento. La fazione hussita, infatti, guidata dall’invincibile generale Troznowski, chiamato ” Žižka” e considerato l’inventore del primo rudimentale carro armato, ebbe la meglio fin da subito: dopo aver collezionato immediatamente molte importanti vittorie tra il 1419 e il 1420, gli hussiti sconfissero nuovamente i cattolici nella città boema di Kuttenberg, nel 1422.

Žižka era una figura molto amata tra il popolo boemo: abilissimo stratega, era stato vincitore nel 1410 della battaglia di Grunwald contro i Cavalieri Teutonici  provenienti dalla Prussia, nella guerra polacco-lituano-teutonica. La battaglia è oggi considerata la più grande e sanguinosa di tutto il Medioevo, e fu tale da dare al generale Jan Troznowski la fama di eroe nazionale. Questi era soprannominato “Žižka”, cioè “monocolo”, per aver perso un occhio in una precedente battaglia.

Ma nel 1424, e cioè proprio nel vivo del conflitto tra cattolici e hussiti, quest’ultimo si ammalò di peste e morì, non potendo ultimare la guerra, che tuttavia, anche senza il suo intervento, ebbe fine con la resa dei cattolici.

La battaglia di Grunwald", dipinto di Jan Matejko del 1878.
La battaglia di Grunwald”, dipinto di Jan Matejko del 1878.

Nel 1430 il papa Martino V (già sconfitto nel 1427 durante la TERZA CROCIATA contro gli hussiti) tentò un ultimo attacco (QUARTA CROCIATA) ingaggiando un esercito capeggiato da Federico I di Brandeburgo, ma anche questi venne sconfitto nel 1431, a Taus, sempre in Boemia. La QUINTA E ULTIMA CROCIATA venne indetta nello stesso anno da papa Eugenio IV, ma ancora una volta le armate papali vennero sconfitte dall’esercito hussita.

Fu così che, vistasi sconfitta, la fazione cattolica decise di porre fine alle ostilità riconoscendo al movimento hussita – e alla Boemia in generale – alcuni diritti da tempo reclamati, ed approvando alcune sue richieste che erano state stilate nel 1420 col nome di “Quattro Articoli di Praga” (in tedesco: Vier Prager Artikel), una sorta di “manifesto” del movimento hussita. Gli articoli suddetti contenevano quattro precise richieste:

  1. libertà di predicazione in Boemia, che doveva svolgersi nella propria lingua locale;
  2. comunione dei fedeli attraverso il pane e il vino, oltre che col solo pane come avveniva abitualmente nelle messe cattoliche;
  3. espropriazione dei beni degli ecclesiastici in territorio boemo e cessazione del potere temporale dei religiosi;
  4. istituzione di tribunali civili per giudicare gli ecclesiastici, assieme all’adozione di punizioni esemplari per tutti i religiosi che si macchiavano di peccato mortale.

L’accoglimento delle richieste venne sancito attraverso i Compactata di Basilea (conosciuti anche come “Compactata di Praga”) stilati tra il 1431 e il 1433. Ma nonostante l’apparente vittoria del movimento hussita, di fatto fu la fazione cattolica ad avere un maggior guadagno dal compromesso, innanzitutto perché la fine delle guerre servì comunque a determinare un periodo di pace all’interno del territorio boemo, e quindi a far smettere di versare sangue cattolico da parte degli hussiti, come era accaduto durante la Defenestrazione di Praga; poi perché, proprio in virtù della pace dichiarata, si ebbe il riconoscimento ufficiale dell’imperatore Sigismondo di Lussemburgo, cattolico e accanito oppositore degli hussiti, come re di Boemia; infine, il terzo e più importante motivo fu che la Chiesa, nonché lo stesso imperatore, decisero di accettare i “Quattro articoli di Praga” solo a condizione di riservarsi il diritto di “interpretare” personalmente le richieste esposte: ciò significava essere tenuti ad elargire concessioni solo in base a quanto era scritto nero su bianco (senza alcun sottinteso e senza alcuna aggiunta) e solo in base a ciò che faceva comodo comprendere da quanto era scritto. Perciò, i cattolici trovarono comunque, attraverso questo espediente, il modo di controllare il movimento hussita e di sottometterlo all’autorità della Chiesa di Roma.

Gli hussiti, tuttavia, non ebbero scontri solo coi cattolici, ma dovettero affrontare anche varie lotte interne nate a causa della divisione del movimento in tante piccole fazioni, ognuna delle quali con diversi dogmi e precetti. Già prima delle guerre hussite, infatti, all’interno della corrente religiosa erano presenti:

  • la corrente moderata (detta “dei calixtini”, cioè “i seguaci del calice”, a causa dell’accalorata richiesta di questa fazione di poter fare la comunione anche attraverso l’assunzione del vino), a cui aderì la classe sociale più elevata ed acculturata;
  • la corrente estremista (detta dei “taboriti“, dal nome della città di Tàbor in Boemia, dove nacque un importante insediamento hussita e a cui aderì la classe sociale più umile). A questa corrente apparteneva anche “Žižka”, sebbene in seguito il condottiero divenne il leader di un’altra corrente distaccatasi dal movimento estremista, detta “degli horebiti“.
  •  la corrente degli “adamiti”, i quali, fortemente contrari al dogma della “transustanzazione”, ossia della conversione del pane e del vino nel corpo e nel sangue di Cristo durante la celebrazione della Messa, erano dediti alla profanazione delle ostie.

Dopo la morte di peste di Žižka nel 1424, il movimento hussita si frantumò ulteriormente. Nel 1434, in particolare, i taboriti vennero costretti alla fuga in Polonia dopo un terribile scontro coi calixtini e i cattolici avvenuto a Lipan. Altri, rimasti in patria, si unirono invece del tutto ai calixtini.

Nel 1462 il papa Pio II dichiarò nulle le concessioni fatte agli hussiti alla fine delle guerre di religione e iniziò un periodo di forti attriti che ebbero fine solo tra la fine del XV secolo e l’inizio del XVI.

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