ALLE SOGLIE DEL CONFLITTO

Appunto sulle premesse del conflitto armato chiamato Seconda Guerra Mondiale. L’appunto vuole dare informazioni di carattere generale sul conflitto dal punto di vista tedesco, senza tuttavia sostituirsi alle informazioni più dettagliate presenti nei libri di storia.

Per avere informazioni sugli ulteriori eventi della Seconda Guerra Mondiale, sempre vissuti dalla Germania nazista, si vada alle altre pagine della sotto-sezione di STORIA TEDESCA E AUSTRIACA. Link: https://parliamotedesco.altervista.org/blog/seconda-guerra-mondiale/

Siamo alla fine degli anni ’30. Dal 1933 la Germania è comandata dal Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori (Nationalsozialistische Deutsche Arbeitpartei o NSDAP) con a capo l’austriaco Adolf Hitler, eletto nel 1934 Cancelliere e in seguito presidente tedesco, ossia capo assoluto del governo tedesco (vai alla pagina IL NAZISMO per saperne di più).

Il Nazionalsocialismo, nato alla fine della Prima Guerra Mondiale nel 1919 (e principalmente durante la repubblica di Weimar) come ideologia socialista, muta rapidamente in un’ideologia politica di estrema destra caratterizzata da nazionalismo, pangermanismo, razzismo, totalitarismo e xenofobia. Il partito viene indicato soprattutto attraverso la sua forma contratta di “Nazismo” e i suoi seguaci vengono chiamati pertanto “nazisti“.

Dopo la sua ascesa, attraverso il Decreto dei Pieni Poteri (Ermächtigungsgesetz) e lo scioglimento obbligato di tutti gli altri partiti, Hitler diventa ben presto dittatore della Germania, ossia capo indiscusso del governo e dotato di pieni poteri (sarà chiamato Führer, cioè “comandante“).

Il regno di Germania cambia anche il nome in “Terzo Reich” (Drittes Reich), per distinguersi dal Sacro Romano Impero (primo Reich) dissoltosi nel 1806 e dall’Impero tedesco (secondo Reich) fondato sotto Guglielmo I nel 1871 e crollato dopo la Prima Guerra Mondiale. Il Terzo Reich (terzo regno) avrà fine dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel 1945, ossia con la morte di Hitler (vai alla pagina su I TRE REICH E I TRE IMPERI per saperne di più).

Hitler è mosso da ideali nazionalisti e fortemente razzisti: il suo progetto è quello di far diventare la Germania lo Stato più potente d’Europa, a cui siano assoggettati tutti gli altri (pangermanismo), cominciando dai Paesi slavi che confinano a est col Reich. Mira inoltre all’espansione a est della Germania a scapito delle popolazioni slave e di quelle ebraiche risiedenti in Europa orientale, le quali, poiché considerate geneticamente inferiori, devono essere completamente eliminate per far posto alla razza germanica. I nazisti diffondono infatti il mito della “superiorità della razza ariana“, ossia della razza originaria tedesca sulle altre razze, soprattutto slave e e giudee.

All’inizio le prime mosse politiche di Hitler mirano alla riappropriazione, da parte del Terzo Reich, di tutte le terre di lingua, cultura ed etnia tedesca. Per tale ragione, nel marzo 1938 l’Austria (non più facente parte dell’Impero Austro-Ungarico dalla fine della Prima Guerra Mondiale) viene annessa alla Germania. Questo evento passerà alla storia col nome tedesco di Anschluss.

Nello stesso anno, si apre la questione dei Sudeti, una catena montuosa posta tra la Germania, la Polonia e la Cecoslovacchia (oggi solo a confine con la Repubblica Ceca), e precisamente all’interno delle regioni cecoslovacche della Boemia e della Moravia: all’interno di quest’area chiamata Sudetenland (Terra dei Sudeti) sono presenti popolazioni di lingua e cultura tedesca che Hitler vuole far inglobare all’interno del Reich (Heim ins Reich = patria dentro il Reich). La richiesta non è semplice da accontentare, in quanto i Sudeti sono amministrati politicamente dalla Cecoslovacchia, nuovo Stato nato dall’unione tra Repubblica Ceca e Slovacchia dopo il disfacimento dell’Impero Austro-Ungarico (1918), ed è quindi una terra dotata di equilibri molto precari.

SUDETI

Già dal 1937 Hitler aveva redatto il Piano (o Caso) Verde (Fall Grün) per invadere la Cecoslovacchia, annettere al Reich i tedeschi sudeti e smembrare una volta per tutte la Cecoslovacchia. Tuttavia, l’invasione viene ritardata per evitare l’intromissione delle forze alleate della Cecoslovacchia (Francia e Gran Bretagna) provocando lo scoppio di una guerra (durante il conflitto, Francia e Inghilterra e le forze che combatteranno al loro fianco saranno sempre chiamate “Gli Alleati”).

La questione viene però riaperta l’anno successivo, e presa definitivamente alla Conferenza di Monaco (di Baviera, ovviamente) della fine di settembre del 1938, alla quale partecipano anche l‘Italia, la Francia e la Gran Bretagna. Sono presenti, oltre a Hitler: il primo ministro inglese Neville Chamberlain, il primo ministro francese Édouard Daladier, e infine Benito Mussolini, capo del Partito Nazionale Fascista (o semplicemente “fascista”) e dittatore in Italia dal 1922, simpatizzante con il Nazionalsocialismo.

MONACO

La Cecoslovacchia, paradossalmente, non viene invitata al convegno, benché la sua spartizione sia l’argomento principale della conferenza. E si decide appunto del suo smembramento al fine di appianare le tensioni presenti in Europa ed evitare un possibile conflitto europeo con la Germania a causa delle alleanze createsi. Alla Germania vengono dunque concessi i territori tedeschi dei Sudeti e la Slesia Meridionale (regione a confine con la Moravia) con la promessa di non intaccare le altre zone, mentre la regione di Teschen (alta Slesia) e la Slovacchia vengono spartite tra la Polonia e l’Ungheria (quest’ultima alleata di Hitler). La restante parte sarà divisa tra Francia e Inghilterra. Mussolini, alla conferenza, avrà unicamente un ruolo di mediatore, senza partecipare alla spartizione.

BENITO MUSSOLINI
Foto di Benito Mussolini. Pubblico dominio.

Tale decisione viene presa di comune accordo tra i Paesi di Destra (Germania e Italia) e gli “Alleati” franco-britannici per evitare lo scoppio della guerra nonostante le richieste di Hitler, il quale aveva dichiarato, sempre durante la conferenza, di voler annettere le regioni interessate senza ricorrere ad un referendum popolare. In particolar modo l’Inghilterra teme le conseguenze di un eventuale conflitto armato, che, nella sua eventualità, coinvolgerebbe i civili inglesi solo per la difesa di terre di poca importanza per il governo britannico.

La decisione della conferenza, a cui partecipa anche la Francia, porta inoltre al fallimento della Piccola Intesa, che vedeva coinvolte Francia, Cecoslovacchia, Polonia, Jugoslavia e Romania dal 1920.

La Conferenza di Monaco si conclude dando all’Europa la falsa idea di aver risolto le tensioni e di aver reso tutti i partecipanti soddisfatti delle decisioni prese. Ma il 15 marzo 1939 i tedeschi, subito dopo aver annesso il territorio dei Sudeti ai loro domini, invadono l’intera Cecoslovacchia venendo meno alle decisioni prese alla Conferenza di Monaco, e danno ben presto vita al Protettorato di Boemia e Moravia. La regione dei Sudeti viene trasformata in GAU (Unità Amministrativa della Germania) con capoluogo Reichenberg (in Baviera), e a capo del GAU viene posto il cecoslovacco Konrad Henlein, nativo della stessa regione e collaborante col regime nazista per l’annessione dei tedeschi sudeti al Reich. Solo alcuni referendum successivi, ma di poca importanza, sanciranno il tutto ufficialmente. L’intento tedesco è quello di ampliare il Reich cancellando gli Stati slavi dalla carta geografica.

(Cliccare sull’immagine sottostante per ingrandire)

La Slovacchia si dichiara indipendente dalla restante Repubblica Ceca, e l’Ungheria si aggiudica la Rutenia sotto i Carpazi. I tedeschi arrivano a Praga (capitale della Cecoslovacchia) senza colpo ferire, senza cioè alcuna opposizione da parte degli Alleati cecoslovacchi: Francia e Inghilterra.

Il Primo Ministro inglese, Chamberlain, all’inizio deciso verso una politica di non belligeranza e di accomodamento verso i tedeschi (appeasement) per mantenere la pace in Europa, resta molto deluso dalla decisione di Hitler, in quanto è chiaro che il Cancelliere si è appropriato anche di terre non tedescofone ma palesemente slave, venendo meno alla parola data alla Conferenza di Monaco di annettere al Reich unicamente i Sudeti. Nonostante ciò, sempre per la paura del “fantasma” della guerra, nessuno si oppone militarmente alla presa di Praga, nella speranza che il führer si fermi qui.

by Walter Stoneman, bromide print, 1921
Neville Chamberlain in una foto di Walter Stoneman, 1921. Pubblico dominio.

Invece, nel ’39 si apre anche la questione di Danzica, città originariamente tedesca che poi era stata annessa alla Polonia alla fine della Prima Guerra Mondiale. Ecco che, dopo i Sudeti, una nuova regione finisce nel mirino di Hitler e viene rivendicata dalla Germania come propria: infatti, dopo la conferenza di Parigi del 1919, la striscia di terra che comprendeva la città di Danzica (“corridoio di Danzica“) era stata annessa al territorio polacco per fornire al Paese uno sbocco sul mar Baltico, benché quella zona fosse da secoli di etnia e cultura tedesca.

Nel rispetto del patto di non-aggressione tedesco-polacco del ’34, ma con l’idea di voler riunire, in qualche modo, la città polacca al Reich, era stato proposto, negli anni precedenti, di costruire un’autostrada e una linea ferroviaria che collegasse Danzica alla Germania; tuttavia tali trattative non vengono mai pubblicamente divulgate fino al ’39, quando Hitler risolleva la questione; stavolta, però, senza intenzione di trattare con la Polonia.

Francia e Inghilterra temono che la Polonia venga occupata dalle truppe naziste come la Cecoslovacchia, ma stavolta si dichiarano non intenzionate a restare solamente a guardare. Fanno dunque sapere al governo polacco che, in caso di invasione tedesca, dichiareranno immediatamente guerra alla Germania. La stessa garanzia viene data anche alla Grecia e alla Romania (anche quest’ultima era un possibile bersaglio di Hitler, come poi sarà effettivamente, per la questione del petrolio).

Anche l’Unione Sovietica tenta di dare il suo appoggio alla coalizione anti-nazista. Occorre specificare che, dal 1922, la Russia è a capo di uno Stato federale che prende il nome di Unione Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS) o semplicemente “Unione Sovietica“, comandato dal Partito Comunista. L’Unione aveva preso vita a partire dall’evento storico chiamato “Rivoluzione d’Ottobre” del 1917 , durante la quale lo zar di tutte le Russie era stato spodestato dal trono ed era stato introdotto, a seguito di una sanguinosa guerra civile, il regime dittatoriale (vai alla pagina su LA PRIMA GUERRA MONDIALE per saperne di più).

Nel 1939 l’Unione si estende dall’Europa Orientale fino ai confini della Siberia, e a capo del Partito Comunista e della Federazione vi è il segretario del partito Iosif Stalin.

Stalin teme la guerra su due fronti in caso di attacco della Polonia da parte della Germania, perché nello stesso momento il Giappone sta minacciando i confini sovietici della Siberia. La Polonia, tuttavia, non accetta l’aiuto della Russia a causa della sua forte avversione per le ideologie comuniste. Il ministro degli esteri russo,  Maksim Litvinov, propone di trattare con la coalizione franco-inglese a una conferenza in Romania, ma il progetto decade dopo poco.

Quando, nel maggio del 1939, Mussolini e Hitler firmano il Patto D’Acciaio (Stahlpakt) col quale stringono una solida alleanza, le preoccupazioni sovietiche crescono, assieme a quelle delle popolazioni dei Balcani, le quali sanno bene che l’Italia ha interessi nei loro territori (nello stesso anno l’Albania viene a far parte dei possedimenti italiani). Per tale ragione, Francia e Inghilterra si impegnano a dare garanzia di aiuto sia alla Romania che alla Grecia. Nel 1940 Italia e Germania firmeranno assieme al Giappone il Patto Tripartito, col quale nascerà l’Asse Roma-Berlino-Tokyo (chiamato in Italia “Roberto“) tra le potenze di Destra.

Dopo la firma del Patto d’Acciaio, ormai privo di fiducia in una capacità di mediazione franco-inglese con la Germania, Stalin sostituisce Litvinov con Vjačeslav Molotov per guidare il Ministero degli Esteri. Molotov è di vedute molto diverse da Litvinov, che, in quanto di razza semita, vedeva nella Germania il nemico principale dell’Unione Sovietica: Molotov è invece favorevole a un accordo con la Germania per evitare la temuta guerra su due fronti della Russia, e lo scoppio di un conflitto a carattere mondiale.

Grazie alle trattative intraprese da Molotov con il Reich, il 24 agosto 1939 avviene un importante COLPO DI SCENA all’interno del panorama storico europeo: il ministro degli esteri russo, Molotov, e il ministro degli esteri tedesco, Joachim von Ribbentrop, decidono di firmare il patto che da loro prenderà nome (Patto Molotov-Ribbentrop), col quale viene sancita la “strana” alleanza tra Stalin e Hitler. E’ la prima volta nella storia che un capo del governo fortemente di Sinistra stringe alleanza con un capo del governo fortemente di Destra.

Ecco che nella prima parte del conflitto armato, che prenderà nome Seconda Guerra Mondiale (1940-1945), Germania e Unione Sovietica combatteranno insieme, e insieme si spartiranno il bottino di guerra.

Se sei interessato a saperne di più sugli eventi successivi, vai alla pagina dedicata al PATTO MOLOTOV- RIBBENTROP.

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