IL PROCESSO DI NORIMBERGA

Il processo di Norimberga è il nome di un famoso atto processuale che ebbe luogo nell’omonima città della Baviera, in Germania, dal 20 novembre 1945 al 1° ottobre 1946 per decidere del destino dei gerarchi nazisti e alleati con il regime che si erano macchiati di genocidio e di crimini contro l’umanità durante la Seconda Guerra Mondiale.

Per la precisione, gli imputati vennero accusati di quattro capi d’accusa diversi: crimini di guerra, crimini contro l’umanità, pianificazione e attuazione di guerre di aggressione e cospirazione contro la pace.

A questo processo, ne seguirono altri due, durante i quali vi furono anche delle assoluzioni. I processi ebbero termine con l’instaurarsi della Guerra Fredda tra Stati Uniti e URSS (vai alla pagina su IL MURO DI BERLINO e l’ OSTALGIE per saperne di più su questo argomento).

Hermann Göring.

L’istituzione di un processo contro i crimini di guerra venne decisa da Stati Uniti, Gran Bretagna e Unione Sovietica già prima della fine della guerra mondiale, ed esattamente alla terza conferenza (tripartita) di Mosca che ebbe luogo dal 18 ottobre all’11 novembre del 1943 (la prima conferenza di Mosca era avvenuta nel ’41 per stabilire un’alleanza tra URSS, Stati Uniti e Inghilterra contro la Germania dopo l’avvio dell’ Operazione Barbarossa del 22 giugno 1941, mentre la seconda era avvenuta nel ’42 per pianificare la Campagna del Nordafrica o “guerra del deserto” combattuta dagli Alleati contro Germania e Italia).

Alla terza conferenza di Mosca presenziarono i capi del governo dei tre Stati sopra menzionati, e i rispettivi Ministri degli Esteri: il presidente Franklin Delano Roosevelt e il segretario di Stato Cordell Hull per gli Stati Uniti, il primo ministro Winston Churchill e il ministro Anthony Eden per l’Inghilterra, e infine Stalin e il ministro Vjačeslav Michajlovič Molotov (co-autore del patto Molotov- Ribbentrop) per l’Unione Sovietica. Venne deciso in tale occasione che ciascuno degli imputati fosse processato secondo le leggi del Paese in cui era stato commesso il crimine, ma un vero e proprio accordo sui metodi processuali fu stabilito solo dopo le successive conferenze: Conferenza di Teheran della fine del ’43, Conferenza di Jalta del 1945 e Conferenza di Potsdam dello stesso anno.

Joachim von Ribbentrop.

Inizialmente, il processo si sarebbe dovuto tenere a Berlino (la capitale della Germania), ma i bombardamenti ad opera dell’esercito alleato avevano distrutto gran parte della città, incluso il palazzo di giustizia e le prigioni, cosa che impediva lo svolgimento dell’iter processuale. Berlino, comunque, restò la sede del Tribunale Militare Internazionale.

La nuova sede del processo divenne appunto Norimberga, che assieme a Berlino e a Monaco di Baviera (città amata da Hitler, dove nel 1923 era avvenuto il famoso Putsch) era stata una delle tre città simbolo del Nazismo, dal momento che qui avvenivano le Celebrazioni del Partito del Reich (Reichsparteitag). In più, all’epoca la città faceva parte di quella porzione della Germania sotto il controllo del governo americano (vai a IL MURO DI BERLINO per sapere di cosa si tratta), ed era quindi una zona gestita dai maggiori accusatori del regime.

Martin Bormann.

Il processo venne presieduto dalle autorità dei tre governi vincitori (Stati Uniti, Gran Bretagna e URSS) e dalla Francia, che dopo la caduta del GOVERNO DI VICHY, collaborazionista col regime, si era riunita agli Alleati e deteneva anch’essa il controllo di una parte della Germania.

Al processo vennero imputate e condannate sei diverse organizzazioni naziste, tra cui la Gestapo e le SS (Schutzstaffel). Molti di coloro che erano stati coinvolti nel genocidio e nei crimini contro l’umanità (Himmler, Goebbels, Mussolini e lo stesso Hitler) non vennero coinvolti solo perché già deceduti, mentre altri come il dottor Josef Mengele riuscirono a fuggire all’estero.

Tra coloro che vennero processati e condannati vi furono Hermann Göring (capo dell’aviazione o Luftwaffe), Joachim von Ribbentrop (Ministro degli Esteri del Reich), Martin Bormann (segretario di Hitler), Rudolf Hess, Karl Dönitz, Hans Frank, Alfred Rosenberg, Ernst Kaltenbrunner e molti altri. Queste figure vennero tutte giustiziate per impiccagione il 16 ottobre 1946, tranne Göring che si suicidò la notte prima con una capsula di cianuro, e Dönitz (ex presidente del Reich dopo la morte di Hitler) che venne condannato a 10 anni di prigione.

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