IL NAZISMO

Il Nazismo (forma contratta di Nazionalsocialismo) è stato un partito ed un movimento politico ed ideologico sorto in Germania alla fine della Prima Guerra Mondiale che divenne celebre con il suo capo Adolf Hitler, caporale austriaco che aveva servito l’Impero Austro-Ungarico durante il conflitto armato.

La nascita di questo movimento, che poi si trasformò in un regime dittatoriale che ebbe vita dal 1933 al 1945, è ricordato come l’evento storico più importante della storia del Novecento assieme alla Seconda Guerra Mondiale che ne derivò, nonché il più terribile della storia moderna e dell’uomo in generale, per l’estrema drammaticità degli eventi a cui condusse in pochi anni.

Hitler, inizialmente deciso a dedicarsi al mestiere di pittore, si era arruolato come volontario nella Prima Guerra Mondiale (1914- 1918). Nelle trincee aveva avuto modo di rendersi conto della rassegnazione e dell’apatia dei suoi commilitoni verso la devastazione che aveva colpito l’Impero tedesco e verso la tremenda situazione politica e militare del Paese. Perciò, dopo la rovinosa sconfitta della Germania e dell’Austria-Ungheria nel 1918 (durante la quale le forze armate tedesco-austriache erano state costrette ad arrendersi di fronte al nemico) e il terribile diktat del Trattato di Versailles del 1919 (documento redatto da Francia e Inghilterra col quale era stato stabilito il disarmo della Germania poiché nazione responsabile dell’inizio del conflitto), decise di cambiare i suoi progetti e di intraprendere la carriera politica per risollevare le sorti non solo dei suoi compagni, ma di tutti i Paesi di lingua e cultura tedesca.

Nel 1920 Hitler, trasferitosi in Germania, la quale sentiva essere la sua vera patria, iniziò a tenere comizi nei luoghi pubblici per tentare di spronare i cittadini tedeschi a reagire e a riarmarsi, onde risollevare la terribile situazione politica ed economica che il Paese si trovava a fronteggiare dopo la sconfitta. Si fece portavoce soprattutto delle politiche di Destra contrarie alla dittatura di Francia e Inghilterra sulla Germania, ossia portavoce delle politiche che esaltavano l’esercito e la forza militare, che guardavano con sospetto lo straniero e tutti coloro che mostravano tendenze filo-straniere.

Da poco (1919) era stata proclamata la Repubblica Tedesca (chiamata anche Repubblica di Weimar perché in questa città venne stilata la sua costituzione) che aveva sostituito l’Impero quando l’imperatore Guglielmo II era stato costretto all’esilio come atto punitivo. Scontenti della gravissima situazione che la Germania si trovava ad attraversare in quegli anni, e incolpando la Repubblica di non saperla gestire, molti attivisti come Hitler avevano dato vita a diversi partiti nazionalisti che si ribellavano all’autorità di Francia e Inghilterra, le principali nazioni vincitrici della guerra che avevano imposto ingenti tassazioni punitive alla Repubblica Tedesca attraverso il Trattato di Versailles.

Accanto a queste correnti nazionaliste, tuttavia, si affiancavano anche fazioni socialiste e marxiste che avevano una visione politica più moderata e cercavano di venire incontro alle richieste della Francia. Hitler, nei suoi vari comizi, si schierava fortemente contro queste fazioni, ma principalmente incolpava della grave situazione economico-politica non solo Francia e Inghilterra, come avevano fatto gli altri partiti di Destra, quanto la frammentazione interna del Paese, costituito da un ampio numero di stranieri e soprattutto da una vasta etnia di ebrei yiddish, i quali detenevano la maggior parte del potere economico della nazione. A questi Hitler dava principalmente la colpa della crisi finanziaria del Paese, sostenendo che il loro modo di amministrare l’economia e soprattutto le loro tendenze filo-comuniste fossero le principali cause della mostruosa inflazione e della sottomissione della Germania verso le altre potenze (è rimasto impresso nella storia che all’epoca una pagnotta arrivasse a costare un carretto di marchi tedeschi!)

L’ 8 novembre 1923, quinto anniversario della proclamazione della Repubblica di Weimar  (il governo che amministrava la Germania in quegli anni), Adolf Hitler ed il generale Erich Ludendorff (ex combattente della seconda battaglia della Marna del 1918) tentarono un colpo di Stato nella birreria Bürgerbräukeller della capitale bavarese (“Putsch di Monaco). In tale occasione, proclamarono la “rivoluzione nazionale” sventolando per la prima volta la bandiera col simbolo del “Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori”(Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei o NSDAP) fondato nel 1920 in Germania come fazione fortemente di Destra: la svastica dentro un cerchio bianco in campo rosso, che rappresentava una forma stilizzata di “martello di Thor“, a esaltazione della forza militare e della cultura tedesca. Hitler, che aveva aderito al partito in quegli anni, ne divenne successivamente il capo indiscusso.

Il colpo di Stato tuttavia fallì, e il partito venne dichiarato fuorilegge. Hitler venne condannato a 5 anni di carcere, pena che fu commutata in 9 mesi di detenzione, durante i quali scrisse il libro “Mein Kampf” (La mia guerra) nel quale espose le sue ideologie razziste e antisemite e i suoi piani politici per fare della Germania la più grande potenza mondiale. Oltre a questo, l’opera esaltava la guerra come mezzo per arrivare al potere e al benessere a scapito di popolazioni più deboli e culturalmente meno progredite.

Intanto, la situazione tedesca si faceva meno tragica: nel 1923 venne eletto Cancelliere tedesco (Primo Ministro) Gustav Stresemann, il quale si pose a capo di una coalizione di partiti democratici che si accordarono con la Francia per rendere meno severe le imposizioni del trattato di Versailles, e nel 1926 fu insignito per questo del Premio Nobel per la pace; nel 1924 il banchiere americano Charles Dawes decise anche di fornire numerosi finanziamenti alla Germania per tentare di risollevare il Paese (Piano Dawes) e per evitare che la troppa severità con cui esso era stato trattato causasse pericolosi sollevamenti da parte del popolo tedesco (timore che era già stato espresso dal presidente americano Wilson); infine, nel 1925, la Francia si decise a firmare gli accordi di Locarno per ristabilire la pace con la Germania e avviare sanzioni meno pesanti contro di essa; la Germania fu anche ammessa nella Società delle Nazioni, “antenato” dell’ ONU che si era formato dopo la Prima Guerra Mondiale per cercare di trovare una mediazione tra i vari Stati europei.

Ma nel 1929, col crollo della borsa di Wall Street, i finanziamenti americani verso la Germania cessarono, e il Paese si trovò nuovamente in un forte stato di crisi. Questo spinse la popolazione ad appoggiare sempre di più i partiti nazionalisti e le politiche anti-straniero, e soprattutto il partito di estrema Destra di Hitler. In più, la paura del comunismo e delle tendenze filo-bolsceviche all’interno del Paese (considerate contrarie all’interesse del Paese stesso in quel particolare periodo) portò il partito NSDAP (chiamato anche “nazionalsocialista” o semplicemente “nazista”, come si iniziò a dire in seguito) ad acquisire sempre più consensi, che aumentarono di pari passo con l’avanzare della crisi economica.

Nel marzo 1932 il Cancelliere (Kanzler) Kurt von Schleicher dette le dimissioni, e il presidente della Repubblica (ReichspräsidentPaul von Hindenburg, che aveva sostituito il primo presidente della Repubblica di WeimarFriedrich Ebert, dopo la sua morte avvenuta nel 1925, nominò come sostituito di Schleicher Adolf Hitler, ormai capo del partito nazista, riammesso definitivamente tra i partiti della Germania e dotato del maggior numero di consensi tra i cittadini. Poi, con la morte di Hindenburg nel 1934, Hitler venne nominato sia Cancelliere che Presidente della Repubblica, acquisendo il titolo di “führer”, cioè “comandante” della Repubblica tedesca.

Nel 1933 la Repubblica di Weimar venne sostituita dal “Terzo Reich” (Drittes Reich), nome che venne dato alla nazione tedesca dopo l’ascesa al potere di Hitler quando vennero dichiarati fuorilegge tutti i partiti diversi dal partito nazionalsocialista. Nasceva quindi la dittatura del partito nazista, come era accaduto in Italia col Fascismo e in Russia col partito bolscevico (1922). Il nome “Terzo Reich” fu dato in contrapposizione al Primo Reich tedesco, che era stato il Sacro Romano Impero Germanico (962 -1806), e al Secondo Reich, che era stato l’Impero tedesco creatosi dopo l’unificazione della Germania (1871 – 1918). Dando questa denominazione al suo governo, Hitler si poneva sullo stesso piano di un sovrano assoluto, non avendo più oppositori di alcun tipo (“Decreto dei Pieni Poteri” o Ermächtigungsgesetz del 24 marzo 1933).

(Per saperne di più su queste denominazioni, vai anche alla pagina su I TRE REICH E I TRE IMPERI).

Tra il 30 giugno e il 1° luglio 1934 avvenne il fatto storico chiamato “Notte dei lunghi coltelli” (Nacht der langen Messer) ma ricordato anche come “Röhm -Putsch” (il colpo di Stato di Röhm) o “Operazione colibrì” e si consumò a Bad Wiessee in Baviera. Durante questo tragico evento, quasi 200 persone, membri delle Squadre di Assalto (Sturmabteilungen o SA) del Reich, tra cui il loro comandante Ernst Röhm, inizialmente collaboratore di Hitler, furono sterminate dalle SS e dalla Gestapo poiché in contrasto con le ideologie naziste.

Le SS (in tedesco “Schutzstaffelo “Squadre di protezione”) erano un’organizzazione paramilitare tedesca nata nel 1925 come squadra di assalto speciale atta alla protezione della figura di Hitler. Molti di coloro che furono arruolati nelle SS erano membri delle Squadre di Assalto comandate da Röhm, che avevano lo scopo di intimidire gli avversari politici del partito. Quando Röhm entrò in contrasto con la visione politica di Hitler, fu ordinato dal “führer” lo sterminio di tutta la sua squadra, e in questo modo vennero eliminati gli ultimi oppositori alla sua dittatura.

La Gestapo, sigla che sta per “Geheime Staatspolizei” o “Polizia segreta di Stato”, si trattava invece della polizia segreta del partito. A capo delle SS e della Gestapo vi fu uno dei più stretti collaboratori di Hitler: Heinrich Himmler.

Heinrich Himmler.

Hitler si circondò infatti di numerosi collaboratori tra cui Hermann Göring, capo dell’aviazione (la Luftwaffe), Rudolf Hess e Joseph Goebbels. Quest’ultimo divenne famoso soprattutto quando in Germania nacque il mito della “razza ariana“, ossia quando Hitler, di vedute fortemente xenofobe e razziste esposte già nel “Mein Kampf “, iniziò a propagandare assieme ai suoi collaboratori il mito secondo il quale il vero tedesco appartiene a una razza superiore composta da individui dalla pelle bianca, i capelli biondi e lisci e gli occhi azzurri. Benché il concetto di “razza ariana” fosse sempre stato ignoto fino ad allora, la popolazione tedesca iniziò a credervi sempre di più, e molti genetisti dettero vita all’ eugenetica, ossia a pratiche di manipolazione genetica – anche attraverso matrimoni combinati – che avevano lo scopo di ricreare la razza superiore nella popolazione indigena, divenuta di sangue sempre più misto a causa dei frequenti matrimoni fra tedeschi e stranieri che vivevano ormai da decenni in Germania. Il tutto aveva lo scopo di eliminare la frammentazione interna del Paese responsabile della sua crisi economica e politica, nonché della sua inferiorità militare colpevole della sconfitta della Prima Guerra Mondiale.

Goebbels e la sua famiglia furono presi a modello della perfetta razza ariana, e questo fece di lui uno dei simboli della propaganda nazista.

La fobia e l’odio verso i cittadini di razza non ariana aumentò sempre di più. Iniziò in particolar modo una vera e propria persecuzione contro i numerosi cittadini ebrei presenti nel Reich, considerati geneticamente inferiori e accusati di arricchirsi alle spalle della cittadinanza tedesca. Molti di loro scapparono all’estero – soprattutto in America – negli anni ’30 per evitare l’emarginazione e lo sterminio, ma altri, che non avevano le possibilità economiche per farlo, dovettero restare e subire le violenze e gli orrori della Seconda Guerra Mondiale, chiusi nei campi di concentramento nazista che si erano formati poco prima del conflitto per la detenzione di ebrei, zingari e delinquenti.

Tra il 9 e il 10 novembre 1938 si consumò la Notte dei cristalli (Kristallnacht), durante la quale in Germania, Austria e Cecoslovacchia vennero distrutte e incendiate sinagoghe, cimiteri, negozi e abitazioni di famiglie ebraiche da parte degli ufficiali e della gioventù hitleriana su istigazione di Goebbels. Il nome deriva dalla rottura delle vetrine dei negozi che avvenne quella notte. Ma in realtà, non vi furono solo atti vandalici: molti giovani ebrei vennero anche arrestati e condotti nei campi di concentramento di Dachau, Buchenwald e Sachsenhausen.

Nacque in quegli anni anche il “Lebenstraum” (Sogno di vita), ossia la convinzione, da parte dei nazisti, che la Germania, per potersi risollevare, avesse bisogno di espandersi soprattutto verso est, occupando quelle zone d’Europa dove vivevano popoli di cultura slava ed ebraica, considerati geneticamente inferiori rispetto al popolo tedesco e occidentale in generale. Ecco perché Hitler dette il via a una politica espansionistica che mirò inizialmente a comprendere nel Reich tutti i Paesi e le aree dell’Europa orientale di lingua e cultura tedesca (l’Austria, i Sudeti e la Cecoslovacchia occidentale) e successivamente a occupare le terre non tedesche ma necessarie allo sviluppo territoriale ed economico della Germania (Cecoslovacchia orientale e Polonia). Nella primavera del 1938 l’Austria, completamente indipendente dalla Germania dal 1806, venne annessa al Terzo Reich attraverso l’Anschluss, cioè “annessione”.

Queste manovre di Hitler portarono allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale (1939- 1945) a causa delle alleanze che le terre da lui occupate avevano con i Paesi occidentali. Questo conflitto, ben peggiore della prima guerra, fu il più sanguinoso e catastrofico evento della storia dell’umanità. E tutto ciò fu dovuto a tre ragioni principali:

  1. innanzitutto, all’ingente numero di Paesi coinvolti nel conflitto (anche Stati Uniti e Giappone presero parte allo scontro, che divenne globale)
  2. alla tecnologia altamente avanzata dell’epoca, creatrice di macchine di morte che non si erano mai viste prima o che erano state perfezionate dai tempi della Prima Guerra Mondiale (carri armati, fucili mitragliatori e soprattutto la bomba atomica)
  3. il terzo e ultimo motivo, fu soprattutto il terribile genocidio compiuto dai nazisti contro ebrei e slavi nelle terre dell’Est, attraverso la deportazione nei campi di concentramento, il più famoso dei quali fu quello di Auschwitz in Polonia. Il genocidio della popolazione ebraica, in particolar modo, è ricordato oggi col nome di “Olocausto” oppure col termine ebraico di  “Shoah, che significa “distruzione“.

Non tutti i cittadini tedeschi, però, erano favorevoli al nazismo: Hitler, infatti, subì numerosi attentati durante la sua dittatura, il cui più famoso fu quello progettato dal conte Claus von Stauffenberg e che prese il nome di Operazione Valchiria (1944). Hitler riuscì tuttavia a sopravvivere sempre miracolosamente a ciascuno di essi a causa dell’imprevedibilità delle sue azioni, che ne facevano continuamente un bersaglio mobile.

La fine di Hitler si ebbe nell’aprile 1945, al termine cioè della Seconda Guerra Mondiale, attraverso il suo suicidio avvenuto una volta che i tedeschi si arresero all’avanzata della potenza russa e americana. Il suicidio di Hitler, nonché quello dei suoi collaboratori poco più tardi (compresa l’intera famiglia Goebbels), e gli eventi del PROCESSO DI NORIMBERGA, decretarono per sempre la fine del nazismo.

Per saperne di più sui fatti del nazismo e sulla guerra a cui dette origine, si vada all’argomento SECONDA GUERRA MONDIALE. Oppure si vada ai tre argomenti in appendice: LE OLIMPIADI DI BERLINO 1936LA ROSA BIANCA e i NAZISTI E IL GRAAL.

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