IL GIUSEPPINISMO

Venne chiamata “Giuseppinismo” (Josephinismus) la politica adottata dall’imperatore Giuseppe II, figlio di Maria Teresa d’Austria, per cercare di ridurre l’influenza che la Chiesa aveva sull’autorità imperiale. In particolar modo, questa politica mirava a ridurre l’autorità del papa sul clero austriaco, in modo da rafforzare il potere dell’imperatore e puntare su un sistema di protezione e gestione statale dei religiosi presenti su suolo asburgico.

Tale politica (definita “giuseppinica”) si espresse attraverso una serie di riforme che ebbero luogo dal 1780 al 1790, ossia gli ultimi dieci anni di vita e di regno dell’imperatore. Tuttavia, l’opera di giurisdizionalismo (opera di distinzione tra potere papale e potere statale) avviata da Giuseppe II ebbe fine ufficialmente solo nel 1855, con il Concordato che venne firmato a Roma dal cardinale Michele Viale Prelà e dal cardinale Joseph Othmar von Rauscher per conto rispettivamente di papa Pio IX e dell’imperatore Francesco Giuseppe.

Infatti, dopo la morte di Giuseppe II sopravvissero alcuni decreti, tra cui l’editto di tolleranza del 1785 con il quale si riconosceva la libertà di culto su territorio austriaco.

Dopo il Concordato, venne riconosciuta la religione cattolica romana come prima religione austriaca, ma venne imposto che l’imperatore continuasse a nominare i vescovi poi confermati dal pontefice, e che questi dovessero prestare giuramento di fedeltà all’imperatore. Le chiese inoltre, avrebbero continuato a godere dell’immunità.

Giuseppe II d’Austria.

L’imperatore Giuseppe II voleva offrire protezione e tutela alla Chiesa cattolica e ai suoi ministri presenti in Austria, cercando di ridurre il legame che questi avevano con l’autorità della Santa Sede. Per fare questo, lo Stato si riserbava il diritto di nominare e istruire gli insegnanti di religione, laici e non, e di chiudere i seminari. Tutto questo, mirando alla creazione di un “clero nazionale” gestito dallo Stato.

Inoltre, vennero confiscati numerosi beni appartenenti alla Chiesa cattolica che furono poi rivenduti all’asta per costruire ospedali, scuole, ospizi e caserme. Nelle cerimonie liturgiche, vennero ridotti molti aspetti devozionali.

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