KARL MARX

Karl Marx (a volte tradotto in italiano “Carlo Marx”) è stato un importante filosofo e politico tedesco, appartenente in gioventù alla corrente filosofica chiamata SINISTRA HEGELIANA, spiegata in dettaglio in un pagina che è appendice di questo argomento.

Oltre ad essere stato un filosofo e un politico, fu anche storico, economista, sociologo e giornalista e si interessò fortemente ai problemi della società del suo tempo, soprattutto quelli delle classi meno abbienti: il proletariato.

Nato a Treviri (Renania-Palatinato) nel 1818 da una famiglia agiata di origine ebraica, è stato il padre del socialismo (da cui è derivato il comunismo), nonché della corrente di pensiero che da lui stesso prende nome: il “marxismo”, che fondò insieme all’amico e filosofo Friedrich Engels. Come disse proprio Engels in occasione del funerale di Marx, avvenuto a Londra nel 1883: “Per Marx la scienza era una forza motrice della storia, una forza rivoluzionaria perché lui era prima di tutto un rivoluzionario”.

Karl Marx.

Marx studiò all’università di Bonn e all’università Humboldt di Berlino, tentando invano la carriera accademica come professore di filosofia.

Successivamente, si dedicò al giornalismo: nel 1842 pubblicò «Dibattiti sulla libertà di stampa e sulla pubblicazione dei dibattiti alla Dieta» sul giornale di Moses HessRheinische Zeitung” di Colonia, e nello stesso anno diresse il giornale insieme a Bruno Bauer e Max Stirner.

Nel 1843 decise di trasferirsi a Parigi con la moglie Jenny von Westphalen, dove conobbe personaggi che seppero influenzarlo profondamente: gli anarchici Pierre-Joseph Proudhon e Michail Bakunin, nonché il letterato tedesco Heinrich Heine. Fu sempre a Parigi che conobbe e divenne amico di Engels, il quale rimase suo collaboratore per tutta la vita.

Dopo essere stato espulso dalla Francia a causa delle sue idee rivoluzionarie, si trasferì a Londra e scrisse insieme ad Engels “La Sacra Famiglia” (Die Heilige Familie) e poi la “Ideologia Tedesca” (Die deutsche Ideologie) nel 1845. In quest’ultima opera, si ha una prima esposizione del “materialismo storico” di Marx, secondo cui la realtà e l’evoluzione dell’uomo non sono mosse da forze spirituali, bensì socio-economiche. Inoltre, Marx accusa la corrente filosofica nota come Sinistra hegeliana” di non aver capito adeguatamente il rapporto tra teoria e prassi (praxis, cioè l’azione) mantenendosi solo su un piano ideologico, che non considera il contesto materiale in cui si creano tutte le idee. Per questo, dopo avervi aderito inizialmente, Marx continuò sempre a muovere delle critiche contro questa corrente da lui reputata troppo idealista.

Secondo Marx, l’ideologia era una falsa e deformata rappresentazione della realtà, perciò si propose, come storico, di descrivere nella sua opera la storia del genere umano per quello che secondo lui era stata realmente, distruggendo la vecchia filosofia storica basata sulle ideologie, creando così una nuova scienza.

In senso scientifico, Marx afferma che l’umanità è una specie evoluta di individui associati, che lottano per la sopravvivenza. Da questo punto di vista, la storia è appunto un evento basato su forze materiali e non spirituali, sulla dialettica bisogno-soddisfacimento. L’uomo – dice Marx – inizia a differenziarsi dagli altri animali nel momento in cui produce i suoi stessi mezzi di sussistenza, dunque è il lavoro che crea cultura e civiltà.

Marx fa una distinzione tra le forze produttive (le conoscenze tecniche, la forza-lavoro, i mezzi, e in generale tutto ciò che serve a svolgere il lavoro) e i rapporti di produzione (rapporti che si instaurano tra gli uomini nel corso della produzione), con questi ultimi che regolano il possesso, l’impiego e la distribuzione dei mezzi di produzione. Infine, Marx definì anche il concetto di sovrastruttura, ossia l’insieme delle idee politiche, religiose, artistiche e filosofiche di una società.

All’epoca di Marx, intorno alla metà dell’Ottocento, i rapporti di produzione erano basati sulla proprietà e sulla contrapposizione tra la borghesia capitalistica (proprietaria dei mezzi di produzione) e il proletariato (che utilizzava questi mezzi in cambio di un salario). Il modo di produzione – afferma Marx – è il piedistallo della sovrastruttura, e dunque la classe dominante economicamente (all’epoca la borghesia) è dominante anche sul piano culturale e ideologico, imponendo i propri valori e la propria concenzione del mondo sull’umanità, insomma la sovrastruttura. Per portare a termine quel cambiamento sociale che la Sinistra hegeliana andava propagandando, non bisognava schierarsi dunque contro la religione o la filosofia, ma avviare una vera e propria rivoluzione (praxis) della società in senso materiale. Famosa è la sua frase: “I filosofi hanno interpretato il mondo, ora si tratta di trasformarlo.”

Friderich Engels.

Marx intendeva trasformare il mondo eliminando le disuguaglianze sociali. Secondo Marx, la proprietà privata (dei mezzi di produzione) era la più importante disuguaglianza, leggittimata dallo Stato che in questo senso si faceva portavoce di una struttura sociale che fondamentalmete era asociale, fondata sull’individualismo e sull’atomismo. La rivoluzione proletaria avrebbe portato a cambiamenti socio-economici e pertanto anche nella sovrastruttura sua contemporanea, eliminando anche la religione che faceva parte di essa in quanto rifugio dell’anima oppressa e alienata (celeberrima è la sua frase: “La religione è l’oppio dei popoli”). Alla rivoluzione avrebbe fatto seguito il Comunismo, quel movimento attraverso il quale l’uomo avrebbe vinto l’alienazione diventando padrone del suo destino, per una produzione sociale di ricchezza equamente ripartita.

Nel 1847 la Lega dei Comunisti chiese a Marx di scrivere il loro manifesto. Fu così nel 1848 venne pubblicato “Il manifesto del Partito Comunista”, una delle opere più importanti mai scritta dal filosofo. Successivamente, nel 1864, Marx fondò a Londra “L’associazione Internazionale dei Lavoratori”, meglio conosciuta come “Prima Internazionale”. Nel 1867 uscì il primo libro della sua opera più importante: “Il capitale” (Das Kapital), mentre gli ultimi due libri vennero pubblicati postumi da Engels nel 1885 e nel 1894.

Altre opere famose di Marx sono “Grundrisse (der Kritik der politischen Ökonomie)” o “Lineamenti fondamentali della critica dell’economia politica”, le “Tesi su Feuerbach” e le “Teorie sul plusvalore”.

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