STORIA DEI PRINCIPI ELETTORI

In questa pagina verrà spiegato l’antico sistema di elezione del re di Germania da parte dei nobili tedeschi (principi elettori) e come questo sistema, proprio delle terre germaniche, si sia evoluto nei secoli.

Il Sacro Romano Impero era un territorio europeo che comprendeva tutte le aree di lingua e cultura germanica e l’Italia del nord, assieme ad alcune zone più piccole dell’Europa centrale. Ufficialmente nacque nell’800, quando Carlo Magno, re dei Franchi, assunse questo titolo per la prima volta nella storia. A causa del numero cospicuo di territori che erano sotto il suo controllo (i cui confini ricalcavano quelli che un tempo facevano parte dell’Impero Romano d’Occidente), papa Leone III decise di attribuire questo titolo a Carlo per contrapporsi politicamente al potente impero di Bisanzio o Impero Romano d’Oriente, di fede ortodossa.

Fu dunque scelto, per la vasta area sotto il controllo franco, il nome di “Sacro Romano Impero” (in tedesco: Heilige romanische Reich): romano perché vi facevano parte le antiche province dell’Impero Romano d’Occidente (ad eccezione di alcune aree come l’Italia del sud) e sacro perché cristiano cattolico e con l’approvazione dal pontefice.

Dopo Carlo Magno, il titolo di imperatore venne ereditato dai suoi discendenti finché non avvenne la deposizione di Carlo III “Il grosso” e la suddivisione dell’Impero in regno dei Franchi Occidentali (attuale Francia), Regno dei Franchi Orientali (attuale Germania) e Regno d’Italia (Italia del nord).

Il Sacro Romano Impero smise di esistere per circa un secolo finché Ottone I, re dei Franchi Orientali (o di Germania), conquistando l’Italia del nord e parte della Francia, assunse nuovamente il titolo di imperatore nel 962.

Da quel momento, venne stabilito solennemente che tutti re di Germania ereditassero anche il titolo di imperatori. Dopo la sua ascesa al trono, infatti, ciascun re di Germania aveva il diritto di reclamare il titolo di imperatore del Sacro Romano Impero (Römer Kaiser) dopo averne fatto formale richiesta al pontefice, che solo aveva il potere di approvazione e incoronazione dell’imperatore (dopo il XII secolo, venne stabilito anche che l’incoronazione dovesse avvenire obbligatoriamente a Roma, proprio come era accaduto a Carlo Magno, primo imperatore). L’approvazione del papa era necessaria per attribuire sacralità all’impero, e in più stabiliva una solida alleanza tra il re di Germania e la Chiesa di Roma.

Per questa ragione, nacque il termine latino “Rex Romanorum” (Re dei Romani) per designare tutti i re di Germania in attesa di approvazione da parte del papa all’incoronazione a imperatore del Sacro Romano Impero. Solo a partire dall’imperatore Massimiliano I (1459 – 1519) il termine “Rex Romanorum” iniziò ad essere utilizzato per indicare l’erede al trono dell’impero e non più il sovrano già in carica in attesa di incoronazione. Massimiliano I fu inoltre l’ultimo imperatore che si fregiò del titolo di Re di Germania, dopodiché si parlò di “Re in Germania”.

OTTONE I
Ottone I di Sassonia, primo imperatore tedesco del Sacro Romano Impero.

Se era il Papa a dover approvare l’incoronazione a imperatore, era però l’aristocrazia tedesca a dover approvare l’incoronazione a re di Germania. Nei ducati tedeschi, infatti, era consuetudine da millenni che l’ascesa al trono del re di Germania avvenisse per elezione e non per ereditarietà, come invece accadeva nella maggior parte delle corti d’Europa. Per cultura, infatti, le antiche popolazioni germaniche erano sempre state abituate a scegliere il proprio re tra i guerrieri aristocratici più valorosi per mezzo della votazione di un consiglio di nobili militari (principalmente duchi). Il sistema di votazione era determinato dalla tradizione orale, e non vi fu mai alcun protocollo fino al 1356.

L’usanza di eleggere il re non venne dunque perduta neanche al momento in cui la Germania ereditò il Sacro Romano Impero inizialmente nato con Carlo Magno, e determinò il mantenimento di un immenso potere da parte dell’aristocrazia germanica, poiché questa aveva la possibilità di scegliere o di scartare ogni candidato.

Solo i nobili più influenti venivano investiti del titolo di “elettori”, e questi erano appunto duchi, ossia i signori di uno dei ducati che insieme componevano il regno di Germania, rappresentata da un unico re. Tra di di essi spiccavano quelli che venivano chiamati col termine latino di “laudatores”, ossia gli elettori più prestigiosi e dotati di maggiore autorità.

Sebbene spesso fosse proprio il figlio del defunto sovrano a ereditare il trono di Germania e dell’impero (spesso si creavano delle vere e proprie dinastie imperiali, anche se mai di lunga durata), perché la sua incoronazione venisse riconosciuta come valida doveva essere comunque approvata dal collegio degli elettori prima, e dal papa dopo, anche qualora il candidato fosse imparentato col precedente re.

All’epoca di Ottone I, che fu il primo imperatore tedesco della storia, gli elettori erano i capi dei cinque principali ducati tedeschi: Baviera, Sassonia, Franconia, Svevia e Lorena. Successivamente, quest’ultima si divise in Alta e Bassa Lorena. Si aggiunsero poi anche il ducato d’Austria (il più a est, e per questo chiamato Österreich o “regno dell’est”), il ducato di Pomerania, il ducato di Stiria, il ducato di Carinzia e il margraviato di Brandeburgo.

Dopo la morte dell’imperatore Federico II di Svevia, nel XIII secolo, iniziò il periodo storico chiamato “Grande Interregno” o in latino “Interregnum” (Zwischenherrschaft in tedesco), che durò dal 1245 al 1273 (o addirittura al 1312 se si considera che prima di questa data non vi fu mai incoronazione formale del nuovo imperatore). Durante questo lungo periodo di tempo, nessun re di Germania venne più nominato imperatore del Sacro Romano Impero a causa di aspri conflitti con il pontefice. Inoltre, gli elettori iniziarono a preferire dei successori che non avessero una parentela diretta con il defunto imperatore, in modo tale da non creare dinastie che detenessero il potere per troppo tempo. Ciò rendeva più difficile stabilire quali fossero i migliori pretendenti e determinò l’accrescersi della corruzione della nobiltà tedesca, la quale decideva chi eleggere solo in base a ricche donazioni elargite dai vari candidati.

Questo potere che era stato dato agli elettori contribuì ad aumentare il desiderio di indipendenza dei nobili nei confronti dell’imperatore, nonché a porre le basi per la propagazione del Protestantesimo nella Germania del XVI e XVII secolo: la nuova religione, nata attraverso la buona fede del monaco agostiniano Martin Lutero, poté propagarsi in Germania solo grazie all’appoggio della nobiltà tedesca, la quale utilizzò le ideologie della nuova dottrina per opporsi sul piano politico all’autorità del cattolicissimo imperatore Carlo V.

CARLO V
Imperatore Carlo V d’Asburgo.

Due secoli prima, nel XIII secolo, la corruzione della nobiltà aveva già toccato il suo apice, e aveva fatto sì che la maggior parte degli imperatori si allontanasse sempre di più dalla corte tedesca e dai suoi intrighi: Federico II di Svevia, ad esempio, passò la maggior parte della sua vita in Italia meridionale, non riuscendo a sopportare il clima corrotto e le tendenze cospiratrici presenti in Germania.

Dopo la morte di Corradino di Svevia, venne stabilito – diversamente dai secoli precedenti – che solo coloro che facevano parte del collegio degli elettori potessero aspirare al trono. Il re di Boemia, precedentemente non accolto perché non tedesco (ma occupante un territorio indipendente dell’est europeo), ne entrò a far parte in quel periodo. Tutto ciò aumentò ancora di più il potere della nobiltà e rese molto difficile la creazione di dinastie imperiali fino al 1452, con l’incoronazione di Federico III, capostipite ufficiale della dinastia imperiale degli Asburgo, che ebbe fine solo nel 1806.

Nel secolo XIV, Baldovino di Lussemburgo, arcivescovo di Treviri (Bundesland: Renania- Palatinato) e fratello dell’imperatore Enrico VII, scrisse il Codex Balduineus, nel quale si trova la prima rappresentazione grafica del collegio degli elettori.

CODEX BALDUINEUS
Illustrazione del Codex Balduineus che illustra l’elezione di Enrico VII di Lussemburgo.

Successivamente, il collegio andò a costituire l’Unione elettorale di Rhens, fondata in Renania nel 1338, la quale venne poi sostituita dalla Dieta imperiale (Reichstag), una solida coalizione di elettori completamente indipendente dall’autorità del papa, il quale, prima di allora, aveva sempre avuto molta influenza sulle decisioni della nobiltà tedesca riguardo all’elezione del sovrano. Col tempo, dunque, l’elezione del re di Germania venne vista sempre più come una “questione tedesca”, dalla quale si cercava di estromettere Roma per aumentare ancora di più il potere degli elettori.

Nel 1356 l’emanazione della Bolla d’Oro da parte dell’imperatore Carlo IV sancì l’autorità del collegio degli elettori e dette il nome di Kurfürsten” a ciascuno dei suoi rappresentanti, che vennero stabiliti in numero di sette: i quattro elettori laici erano il re di Boemia (che ne venne poi escluso nel XVIII secolo), il duca di Sassonia, il Margravio del Brandeburgo e il conte palatino del Reno; i tre ecclesiastici erano l’arcivescovo di Colonia, l’arcivescovo di Magonza e l’arcivescovo di Treviri. Questo numero aumentò progressivamente col tempo, subendo anche diverse modifiche. 

Nella Bolla d’Oro venne inoltre stabilito il sistema di elezione del re attraverso meccanismi che continuarono ad essere utilizzati fino all’estinzione del Sacro Romano Impero, nel 1806, insieme alla possibilità di ereditare il “potere elettivo” da parte del primo figlio maschio di ciascun elettore.

Carlo IV di Lussemburgo, imperatore del Sacro Romano Impero.
Carlo IV di Lussemburgo, imperatore del Sacro Romano Impero.

A partire dal 1517, con la Riforma Protestante iniziata dal monaco tedesco Martin Lutero, molti elettori si convertirono al protestantesimo per cercare di opporsi all’autorità dell’imperatore, il quale rimaneva di fede cattolica in quanto incoronato tale dal papa, il solo che aveva anche il potere di destituirlo. In particolare, era l’autorità dell’imperatore Carlo V e della dinastia imperiale degli Asburgo a cui esso apparteneva, quella che maggiormente la nobiltà tedesca cercava di contrastare: non contenti di essere riusciti a ricreare una dinastia imperiale dopo quella degli Svevi, gli Asburgo, arciduchi d’Austria, avevano anche contratto matrimoni con le più importanti principesse d’Europa, facendo sì che agli inizi del Cinquecento si trovassero a comandare quasi tutto il continente europeo e quasi tutta l’America del sud. Tutto ciò minacciava implicitamente i confini degli altri Stati e incrementava l’ influenza dell’Austria sugli altri ducati di Germania, rompendo il delicato equilibrio che esisteva tra loro.

La Riforma Protestante cambiò completamente le sorti della Germania e del Sacro Romano Impero: fu vista infatti dagli elettori come un’ottima possibilità per rendersi finalmente indipendenti dall’autorità imperiale, e per questo furono soprattutto le corti più influenti (tedesche e non) e maggiormente in contrasto con la famiglia reale ad abbracciare la nuova fede. Dopo quasi un secolo di forti tensioni all’interno dell’impero, determinato dalla netta contrapposizione tra elettori protestanti e imperatore, si arrivò inevitabilmente al conflitto aperto, e cioè allo scoppio della Guerra dei Trent’Anni (1618-1648). 

Questa guerra, che vide coinvolte le maggiori monarchie protestanti d’Europa al fianco degli elettori di fede luterana, si risolse con la vittoria schiacciante di questi ultimi sulla fazione cattolica, determinando la fine del sogno imperialistico degli Asburgo (imperatori del Sacro Romano Impero) e la suddivisione del Sacro Romano Impero (che comunque continuava ad esistere) in tanti regni e arciducati, chiamati col termine più generico di “principati”. Dal 1555, a ognuno di essi veniva riconosciuta la propria fede verso cui andava dimostrata tolleranza da parte dell’imperatore cattolico.

La nascita dei regni tedeschi (tra cui quello di Prussia, che fu uno dei più potenti) fece sì che al posto della parola “duca” (Herzog) utilizzata fino ad allora per indicare gli aristocratici con potere di elezione, si venisse a sostituire la parola “principe” (Prinz) per designare ciascuno degli elettori. Un caso a parte fu l’Austria, inizialmente nata come ducato: la conversione in arciducato di quest’ultima si ebbe molto prima della Guerra dei Trent’anni, vale a dire nel XIV secolo. Fu il duca Rodolfo IV a darsi per primo l’appellativo di “arciduca” (Erzherzog), anche se il titolo venne riconosciuto dagli altri elettori solo un secolo più tardi. Fu per questo che l’Austria fu il solo ducato per cui venne sempre utilizzato il termine “arciduca” per designare tutti i suoi prìncipi, contrariamente a ciò che avvenne negli altri regni tedeschi.

Gli elettori divennero dunque i “prìncipi elettori” o, in tedesco, Kurfürsten, termine che venne utilizzato per la prima volta già nella Bolla d’Oro (Goldene Bulle) del 1356, emanata dall’imperatore Carlo IV. Il termine “principe elettore”, per convenzione, viene tuttora utilizzato nei libri di storia anche in riferimento agli elettori tedeschi presenti già prima della fine della Guerra dei Trent’ Anni, di fatto duchi anziché principi, sebbene l’espressione sia di uso improprio.

Non essendo più i principati riuniti sotto una stessa fede – principio su cui si fondava il Sacro Romano Impero – il termine “Sacro Romano Impero” divenne del tutto vuoto e privo di un vero significato politico, fino alla sua completa scomparsa nel 1806. Fino a quella data, però, gli Asburgo continuarono a detenere il titolo di imperatori. Dopo la guerra dei Trent’Anni, infatti, la casa degli Asburgo (che divenne poi Asburgo-Lorena), continuò ad aggiudicarsi l’ereditarietà del titolo di padre in figlio, sebbene i prìncipi elettori avessero sempre il compito di approvarne l’elezione come puro atto formale. La figura del “re di Germania” non esisteva più, ma continuava ad esistere il “rex romanorum” scelto dal collegio degli elettori.

Per lungo tempo la capitale amministrativa del Sacro Romano Impero fu Vienna, ossia la residenza dell’arciduca austriaco, ma dal 1663 fino al 1806 divenne Ratisbona, in Baviera.

I quattro più grandi sovrani austriaci che ebbero il titolo di imperatori del Sacro Romano Impero furono Massimiliano I, Carlo V, l’imperatrice Maria Teresa e il figlio Giuseppe II.

GIUSEPPE II D'AUSTRIA
Giuseppe II d’Austria, imperatore del Sacro Romano Impero.

Oltre alla figura dell’imperatore, vi erano altri organi tra cui il Reichstag costituito da tutti i prìncipi elettori, e il Collegio dei grandi elettori (Kurfürsten Kollegium), composto unicamente dai tre elettori ecclesiastici stabiliti già ai tempi di Carlo IV, e da sei elettori laici.

Nel 1806 le guerre napoleoniche decretarono una volta per tutte la fine del Sacro Romano Impero, (sostituito dal più piccolo Impero d’Austria) e quindi anche la presenza dei prìncipi elettori, il cui titolo fu comunque utilizzato per tutto l’Ottocento per designarli, ma solo in maniera del tutto formale.

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