PREDA RINGADORA E STATUA DELLA BONISSIMA

Sulla Piazza Grande di Modena, oltre al Duomo e al Palazzo Comunale, si trovano altri due importanti monumenti: la Pietra (o Preda) Ringadora (di fronte al Palazzo Comunale) e la Statua della Bonissima, sempre in prossimità del palazzo ma dalla parte opposta.

PIETRA-RINGADORA
La Pietra (o Pedra) Ringadora

La Preda Ringadora (dal modenese “Pietra che arringa”) aveva anticamente una grande importanza culturale e sociale nella vita della città: il nome deriva probabilmente dal fatto che spesso veniva utilizzata durante le riunioni cittadine per parlare alle folle e tenere arringhe. Anche in occasione di omicidi o annegamenti, i cadaveri venivano posti sulla pietra per essere riconosciuti dai familiari.

La pietra è costituita da ammonite rossa veronese e forma una specie di tavola rettangolare lunga circa 3 metri.

La sua prima collocazione all’interno della piazza risale al Quattrocento, e più o meno in questo periodo la pietra cominciò ad essere utilizzata anche in altro modo: si racconta che in questo punto si radunassero i debitori, i quali dichiaravano pubblicamente i loro debiti e loro truffe, e poi venivano costretti punitivamente a mettersi a sedere nudo sopra la pietra unta di trementina.

La sua sistemazione originale è stata ripristinata solo nel 1936: venne infatti spostata nel ‘600, in concomitanza con i lavori di ampliamento della piazza, e nel 1820 venne posta ai piedi della Torre Ghirlandina, a lato del Duomo.

Statua della Bonissima
Statua della Bonissima

La statua di marmo della Bonissima (o “Buonissima”), collocata all’interno delle mura del Palazzo Comunale, risale al 1268 e anticamente reggeva una bilancia, come simbolo del commercio e dell’onestà negli affari. Non a caso, infatti, è collocata proprio nella Piazza Grande, vicino alla Preda Ringadora, dove avvenivano commerci e atti punitivi contro i malfattori.

Vi sono tuttavia altre versioni su chi possa essere questa misteriosa figura: per alcuni è la raffigurazione di Matilde di Canossa, per altri la dama Bonixima che aveva donato numerose terre ai monaci del convento di San Pietro.

Esiste poi una terza ipotesi per cui si tratterebbe di Gundeberga, una giovane del VI secolo d.C. che aveva donato diversi beni ai poveri. La sua figura può essere legata a quella di una leggenda che racconta di una ricca signora che aveva sfamato i poveri della città durante la carestia. Ciò è testimoniato dal fatto che il suo vestito presenta una tasca, secondo alcuni la rappresentazione di una borsa contenente cibo da distribuire agli affamati. Sempre la stessa leggenda vuole che, una volta terminato il periodo di crisi, la signora avesse festeggiato con una solenne celebrazione presso il suo suntuoso palazzo dalla quale furono scacciati i ricchi contabili di Modena, i quali si erano rifiutati di aiutarla nel suo progetto umanitario.

TORNA ALLA PAGINA DI MODENA