JOHANN WOLFGANG VON GOETHE

Johann Wolfgang Goethe (1749 – 1832) è considerato il più grande scrittore, drammaturgo e poeta tedesco di tutti i tempi.

Nel 1782 gli venne conferito un titolo nobiliare dall’imperatore Giuseppe II su proposta del duca Carlo Augusto di Sassonia-Weimar-Eisenach, e il suo nome divenne Johann Wolfgang von Goethe.

Ritratto di Johann Wolfgang von Goethe di Joseph Karl Stieler, 1828.

Nato a Francoforte sul Meno, Goethe morì a Weimar nel 1832 dopo essersi dedicato con interesse, durante la sua vita, ad ogni campo del sapere (letteratura, religione, diritto, botanica, matematica, chimica, filosofia, ecc.), cosa che contribuì a rendere tutte le sue opere molto varie tra loro.

In Goethe vengono infatti trattati tutti i temi della vita umana, senza esclusioni: l’amore, la religione, la morte, la natura, e molti altri ancora. Si ritrovano inoltre numerosi riferimenti alla letteratura straniera, in particolare quella inglese, cosa che è più evidente nella sua celeberrima opera “FAUST”, ispirata al personaggio protagonista della tragedia scritta da Christopher Marlowe, drammaturgo inglese del XVI secolo. Peraltro, la tragedia di Marlowe  “Doctor Faustus“o “La tragica storia del Dottor Faust“ si ispira ad un famoso personaggio della tradizione tedesca vissuto nel Cinquecento.

La prima edizione del “Faust ” di Goethe è del 1832, cioè postuma all’autore, che la completò solo nel 1831, un anno prima della sua morte.

Nella tragedia di Marlowe, Faust è uno studioso dall’ampia sete di conoscenza. Nonostante abbia intrapreso tutti gli studi possibili ed immaginabili, considera il suo sapere incompleto, convinto di non avere ancora trovato risposta a tutte le sue domande. Per questa sua sete di conoscenza, arriva addirittura a stringere un patto col diavolo, Mefistofele, che gli promette un sapere illimitato sull’essenza della natura e del mondo in cambio della sua anima. Nulla potrà il pentimento finale di Faust, nell’ultima ora della sua vita, per impedirgli di essere gettato tra le fiamme eterne. Il dramma si concluderà con la bellissima frase “I’ll burn my books” (Brucerò i miei libri), ad indicare che nessun sapere al mondo può consolare l’uomo della perdita della grazia divina.

Nell’opera di Goethe, influenzata da quella di Marlowe, Faust è invece un intellettuale che, stanco della vuotezza degli studi da lui compiuti in ogni campo della scienza e della conoscenza, considera la vita inutile e noiosa, priva di bellezza. Convinto dell’incompletezza del suo sapere (e seppur così erudito), è un uomo superstizioso e dedito a riti magici ed esoterici che gli svelino tutti i segreti della natura.

Mefistofele lo porta in tentazione proponendogli il famoso “patto” narrato anche da Christopher Marlowe, ma stavolta non per donargli la conoscenza, bensì per fargli apprezzare la bellezza della vita: egli, dunque, propone a Faust di servirlo per tutta la sua vita terrena affinché questi, tramite il potere del maligno, possa scoprire tutti i piaceri a cui non si è dedicato negli anni di studio, con la promessa di donargli la sua anima dopo la morte.

Faust accetta di buon grado convinto che Mefistofele non stia facendo un grosso affare: persuaso com’è che non riuscirà mai a trovare piacere nella frivolezza del mondo terreno e che nulla lo aspetti dopo la morte, inizia a vivere una vita di perdizione e di efferatezze senza mostrare alcuna paura o rimorso per le conseguenze delle sue azioni. La sua crudeltà si scatena soprattutto nei confronti di una giovane fanciulla di nome Margherita (Margarethe), da lui condotta sulla strada del male, la quale riuscirà a salvarsi dall’inferno solo poco prima dell’ultima ora di vita.

Particolare di un famoso ritratto di Goethe dipinto da Johann Heinrich Wilhelm Tischbein nel 1786.

Divenuto ormai vecchio e cieco, solo in punto di morte il Faust si pente delle atrocità commesse e delle perdite affettive subite a causa della sua malvagità, e decide pertanto di dedicarsi al bene dell’umanità come espiazione per i peccati commessi. Questo basta a salvare la sua anima dall’ eterna dannazione: giunto Mefistofele a reclamare quanto gli era stato promesso, questi sarà ricacciato via da alcuni angeli venuti a portare l’anima del Faust in Paradiso, poiché la sua sete di conoscenze terrene è degnamente paragonabile alla ricerca del divino.

Dipinto dal titolo “Faust und Mephisto” di Anton Kaulbach, 19° secolo.

L’opera fu preceduta dalla composizione “URFAUST” (cioè pre-Faust o Giovane Faust), ispirata alla storia vera di una donna di nome Margarethe che venne processata e giustiziata per infanticidio a Francoforte sul Meno. Questa triste vicenda colpì fortemente l’animo di Goethe, soprattutto perché la donna affermò che il suo crimine era stato commesso per volere del diavolo. Questo ispirò la composizione del dramma teatrale da parte dell’autore, il quale aggiunse nella sua opera il personaggio di Margherita che non è invece presente in Christopher Marlowe.

Altre tragedie importanti di Goethe furono “Clavigo” del 1774, “Stella” del 1775, “Efigenia in Tauride” (Iphigenie auf Tauris), scritta in prosa nel 1779 e poi riscritta in poesia nel 1787, “Egmont” del 1788 e “Torquato Tasso” del 1790. Quest’ultima opera si ispira alle sfortunate vicende del famoso scrittore italiano del Cinquecento, Torquato Tasso, autore de “La Gerusalemme liberata“.  Del 1808 è invece la tragedia “Pandora”, la cui seconda parte è rimasta incompiuta.

Meno famose sono invece le commedie “Il gran mago egizio” (Der Grosskophta) del 1792 e “Il cittadino generale” (Der Bürgergeneral) del 1793, ispirate agli eventi della Rivoluzione francese.

Johann Wolfgang von Goethe fu autore di una produzione letteraria fittissima, che spazia dalle opere teatrali, ai poemi, ai romanzi, fino ad arrivare alle raccolte poetiche. Dal 1798 al 1800 fu anche titolare della rivista “Die Propyläen”.

“Leggendo il Werther”, dipinto di Wilhelm Amberg del 1870.

Fu inoltre il più grande e famoso esponente del movimento culturale di fine Settecento chiamato Sturm und Drang (Tempesta e Istinto), una corrente letteraria, filosofica ed artistica che, per i suoi temi, si pose a cavallo tra l’Illuminismo e il Romanticismo, andando a costituire una fase pre-romantica nella storia letteraria tedesca. A partire dal 1770, infatti, il poeta si avvicinò con entusiasmo a queste nuove ideologie, e nel 1774 compose quella che è considerata una delle sue opere più famose, ed il simbolo del pre-romanticismo tedesco: il romanzo epistolare “I DOLORI DEL GIOVANE WERTHER” (Die Leiden des jungen Werthers), un’opera nella quale emergono tutti i caratteri che saranno propri del Romanticismo letterario, in particolare l’intensa esaltazione del sentimento, tale da portare perfino ad un gesto drammatico: il suicidio per amore del protagonista. Completamente innovativo per la sua epoca, questo capolavoro determinò immediatamente il successo dello scrittore.

L’anno successivo, infatti, la fama ottenuta gli procurò un posto fisso come precettore del duca di Weimar. E’ in questa fase della sua vita che vi sono notizie di una relazione di Goethe con Charlotte von Stein, una donna sposata che fu sua Musa ispiratrice per la composizione di numerose poesie d’amore. E’ possibile tuttavia che la relazione con la donna fosse addirittura precedente a questo periodo, infatti anche l’innamorata di Werther è una donna sposata di nome Charlotte (detta “Lotte”) e, secondo i critici, il romanzo potrebbe avere molti riferimenti autobiografici.

(Vai alla pagina dedicata a quest’opera per leggere un brano in tedesco con la traduzione in italiano).

Dopo la pubblicazione del “Werther”, i temi di Goethe si fanno più equilibrati e razionali, meno passionali e più moderati, alla ricerca di un equilibrio tra sentimento e razionalità. Finita la sua relazione con Charlotte, infatti, il giovane si scoprì molto più disincantato sull’amore, consapevole della realtà sobria e meno affascinante del matrimonio rispetto alle aspettative. Questo, tuttavia, non gli evitò di avere numerose relazioni con diverse amanti.

Tra il 1795 e il 1796 venne ultimato il romanzo “GLI ANNI DI APPRENDISTATO DI WILHELM MEISTER” (Wilhelm Meisters Lehrjahre), dove già si può notare lo stile “classicista” – ovvero più moderato – di Goethe. Già prima, tra il 1777 e il 1785, era stato composto “La missione teatrale di Wilhelm Meister “ (Wilhelm Meisters teatralische Sendung). Nel 1821 venne infine pubblicata l’ultima opera della trilogia: “Gli anni di pellegrinaggio di Wilhelm Meister” (Wilhelm Meisters Wanderjahre). Tutte e tre queste opere hanno come tema principale la ricerca della felicità del protagonista, ma con un atteggiamento molto più concreto e razionale rispetto al giovane Werther. Nel quarto degli otto libri da cui è composto “Gli anni di apprendistato” è rimasta celebre la frase della “Canzone dell’Italia”: Kennst du das Land wo die Zitronen blühen? (Conosci il Paese dove fioriscono i limoni?) a omaggio della Sicilia (clicca sulla “parola calda” per accedere all’intera canzone).

Nel 1809 lo scrittore pubblicò “LE AFFINITA’ ELETTIVE” (Die Wahlverwandtschaften), un romanzo che si ispira alle conoscenze di chimica di Goethe. L’autore prende infatti come riferimento il comportamento di alcuni elementi chimici, i quali, inizialmente uniti fra di loro formando un composto,  tendono a slegarsi se uno dei due trova un nuovo elemento per cui ha più affinità che col primo. Allo stesso modo, i due protagonisti della storia, marito e moglie, iniziano entrambi una relazione con una nuova persona ciascuno, cosa che porterà alla separazione della coppia iniziale e alla loro rovina.

Ancora una volta, la protagonista femminile della storia ha nome “Carlotta”.

Una scena del film “Le affinità elettive” del 1996 diretto dai fratelli Taviani e ispirato al capolavoro di Goethe.

Goethe fu anche uno studioso d’arte, disciplina in cui si impegnò con passione compiendo un viaggio in Italia che lo ispirò nello scrivere appunto il saggio omonimo: “VIAGGIO IN ITALIA” (Italienische Reise) del 1813, ultimato nel 1817. Un altro importante saggio sull’arte dello stesso autore è “LA TEORIA DEI COLORI” (Zur Farbenlehre) del 1810, mentre per quanto riguarda le pubblicazioni di Goethe sulla botanica, la più famosa è “LA METAMORFOSI DELLE PIANTE” (Die Metamorphose der Pflanzen) del 1790, dove l’autore spiega la sua teoria secondo cui tutte le piante si sono evolute da un’unica pianta madre.

Goethe fu importante anche come esponente del Classicismo, una corrente letteraria e architettonica che si sviluppò alla fine del Settecento. Altre opere molto importanti sono infatti i poemi “GANIMEDE” (Ganymed, 1770-1775) e “PROMETEO” (Prometheus, 1772-1774), entrambi ispirati al mondo classico e contrapposti, in quanto il primo descrive l’amore delle divinità verso gli uomini, mentre il secondo l’odio. Un altro poema che merita di essere citato è “Arminio e Dorotea” (Hermann und Dorothea) del 1797, anch’esso basato su una visione dell’amore molto più disincantata come tutti gli scritti a tema amoroso dell’autore successivi a Werther, anche se non a tema classico.

Tra le composizioni poetiche vi sono anche “Il re degli elfi” (Erlkönig) del 1782 e la famosa ballata “L’APPRENDISTA STREGONE” (Der Zauberlehrling) del 1797, la quale ha ispirato successivamente numerose produzioni televisive e cinematografiche americane, tra cui la Walt Disney Company nella creazione del lungometraggio “Fantasia” del 1940.

Tra il 1788 e il 1790 venne composta anche la raccolta poetica “ELEGIE ROMANE” (Römische Elegien) ispirate a un viaggio compiuto da Goethe in Italia, mentre nel 1814 venne scritta la raccolta “Il divano occidentale-orientale” (West–östlicher Diwan), a sua volta ispirata al poeta persiano Hafez.

(Si vada alla pagina POESIE DI GOETHE per leggere alcune famose e bellissime poesie dell’autore che non sono state citate in questa pagina).

Ritratto di Goethe negli ultimi anni della sua vita. Immagine tratta dal sito https://www.poezie.ro.

Nel 1794 il poeta strinse una forte amicizia con il letterato e filosofo tedesco Johann Christoph Friedrich von Schiller (1759- 1805), sulla cui rivista “Die Horen” pubblicò dal 1795 al 1797 alcune novelle col titolo di “Conversazioni di emigrati tedeschi”Unterhaltungen deutscher Ausgewanderten (“Conversazioni di emigrati tedeschi”) e l’opera “Fiaba”(Märchen). Insieme, inoltre scrissero la raccolta poetica “Xenien” del 1797.

Dal 1811 fino alla morte nel 1832, Goethe pubblicò anche la sua autobiografia in quattro volumi dal titolo ” Dalla mia vita -poesia e verità”  (Aus meinem Leben: Dichtung und Wahrheit). L’ultimo volume fu pubblicato postumo nel 1833.

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