GLI ASBURGO

Gli Asburgo (in tedesco Habsburg) furono un’importante dinastia di duchi, arciduchi e imperatori a cui appartennero alcuni dei sovrani più importanti del Sacro Romano Impero Germanico (o semplicemente “Sacro Romano Impero”).

Le prime testimonianze storiche di questa importante casata ci informano che inizialmente erano nobili che vivevano nel XII secolo presso la corte degli imperatori germanici della casa degli Hohenstaufen, un’altra importante dinastia a cui appartennero sia Federico Barbarossa che Federico II di Svevia.

In seguito, la famiglia degli Asburgo iniziò una lenta conquista dei territori a est del Sacro Romano Impero, corrispondenti all’attuale Austria (in tedesco Österreich, e cioè “regno dell’est”), e nel XIII  secolo potevano già vantare il titolo di suoi duchi, per poi divenire arciduchi (o prìncipi, dal momento che nei Paesi di lingua germanica “principe” e “arciduca” sono termini equivalenti) nel XIV secolo. Dopo la conquista dell’Austria, tutti i membri della dinastia asburgica esercitarono sempre potere su questa terra.

Il primo duca d’Austria appartenente alla dinastia asburgica fu Rodolfo I d’Asburgo (1218-1291) nel 1273. Questi sottrasse il ducato al re di Boemia, il quale a sua volta l’aveva ottenuto dopo l’estinzione della famiglia dei Babenberg, i primi duchi d’Austria della storia.

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Rodolfo I d’Asburgo

Rodolfo I fu una figura molto importante anche perché fu il primo duca d’Austria a venire incoronato re di Germania (ma non imperatore del Sacro Romano Impero Germanico). Nel 1298 fu poi la volta di Alberto I, ma anch’egli, come il suo predecessore, non riuscì mai a portare sul capo la corona imperiale, sebbene al re di Germania spettasse questa onorificenza.

Un’ importante esponente di questa dinastia fu anche sua sorella Matilde, duchessa d’Austria madre del celebre Ludovico il Bavaro, che venne eletto re di Germania nel 1314, alcuni anni dopo lo zio Alberto (Albrecht) I. Ludovico, che era un Wittelsbach, ebbe molti contrasti con suo cugino Federico I d’Asburgo, detto “Il bello”, che molti elettori tedeschi volevano come re di Germania al suo posto. Tuttavia, fu Ludovico ad avere la meglio, e la casata d’Asburgo non riuscì più a ottenere il titolo di sovrana di Germania fino ad Alberto II (1397 – 1439), già arciduca d’Austria col nome di Alberto V. Ma nonostante la nomina a imperatore del Sacro Romano Impero da parte del papa, anche lui non venne mai ufficialmente incoronato come tale.

Il ducato d’Austria si era intanto trasformato in arciducato dal 1359, quando il duca Rodolfo IV aveva deciso di elevare il proprio titolo. Nonostante anche i suoi successori decisero di fregiarsi del titolo di arciduca, l’arciducato non venne riconosciuto prima del 1453, sotto Federico III. Questi, oltre a divenire primo arciduca d’Austria ufficiale, fu anche il primo Asburgo re di Germania a venire ufficialmente incoronato imperatore dal papa.

Un altro importantissimo esponente di questa casata fu suo figlio Massimiliano I (1459 – 1519), re di Germania e imperatore del Sacro Romano Impero, considerato dagli storici il vero fondatore del potere asburgico grazie alle sue abili strategie politiche, le quali, attraverso numerose conquiste e soprattutto matrimoni con le più importanti ereditiere d’Europa, garantirono alla famiglia vasti possedimenti su tutto il continente e anche in America. Per questa ragione, è divenuta celebre nei secoli la frase del re d’Ungheria contemporaneo a Massimiliano, Mátyás Hunyadi (tradotto in Italia anche come “Mattia Corvino”): ” Le guerre le facciano gli altri! Tu, felice Austria, convola a nozze! A te infatti Venere dona quei regni che gli altri conquistano con l’aiuto di Marte.”

MASSIMILIANO I IMPERATORE
Massimiliano I.

Federico III era un cugino di Alberto II. Poiché suo nonno aveva nome Leopoldo III, il ramo della casata asburgica da lui derivata (quella che prevalse in Europa) è chiamato “ramo leopoldino”, mentre l’altro ramo, quello “albertino”, si estinse del tutto.

Uno dei più importanti imperatori della casata asburgica leopoldina fu anche il nipote di Massimiliano I, e cioè Carlo V (1500-1558), famoso per aver ereditato dai genitori dei possedimenti vastissimi e per aver combattuto a lungo per sopprimere la Riforma Protestante che i nobili tedeschi avevano ampiamente incentivato per ribellarsi al suo assolutismo.

CARLO V
Carlo V a cavallo.

Quando poi Carlo V abdicò per ritirarsi nel monastero di san Jerònimo de Yuste (1556), la casata degli Asburgo si divise in altri due rami: quello tedesco (o austriaco) discendente da suo fratello Ferdinando I, che ereditò sia l’arciducato d’Austria che il regno di Boemia e di Ungheria, nonché il titolo di imperatore; e poi quello spagnolo discendente da suo figlio Filippo II, che ereditò la Spagna, la Castiglia, la Sicilia e i possedimenti americani. La dinastia spagnola degli Asburgo si estinse poi con Carlo II, la cui morte senza eredi portò alla Guerra di successione spagnola (1700-1714), conclusasi con il Trattato di Utrecht e l’ascesa al trono degli Angiò di Francia (vai alla pagina dedicata agli ASBURGO DI SPAGNA per conoscere ascesa e declino di questo ramo).

Il ramo tedesco – o per meglio dire “austriaco” – al contrario prosperò, e gli Asburgo furono detentori, per più di due secoli dopo Carlo V, del titolo di Imperatori del Sacro Romano Impero, fino ad arrivare all’imperatore Carlo VI (1685-1740). Questi, non avendo avuto eredi maschi, nominò suo successore la figlia maggiore Maria Teresa. Avendo questa sposato Francesco Stefano di Lorena (o semplicemente Francesco I di Lorena), decise di cambiare il nome della dinastia in Asburgo-Lorena (in tedesco Habsburg-Lothringen) nel 1736. I dettami per la successione di Maria Teresa, infatti, imponevano che suo marito divenisse imperatore assieme a lei, e non solo principe consorte.

MARIA TERESA D'AUSTRIA
Maria Teresa d’Austria

Gli Asburgo-Lorena furono imperatori del Sacro Romano Impero fino al 1806, quando le guerre napoleoniche decretarono per sempre la fine dell’impero germanico iniziato con Ottone I di Sassonia nel X secolo d.C.

A questo punto, Austria e Germania ebbero due destini diversi: la Germania si divise in tanti regni indipendenti l’uno dall’altro, che si unificarono sotto il nome di Impero tedesco nel 1871; l’Austria, invece, divenne un impero a sé stante. Infatti, per non perdere comunque il titolo di imperatore che era ormai detenuto dalla sua famiglia da molti secoli, l’ex sovrano del Sacro Romano Impero Francesco II fondò l’impero austriaco, di cui fu primo imperatore col nome di Francesco I.

Infine, anche l’impero austriaco giunse al termine: a causa delle numerose rivolte indipendentiste scoppiate in Ungheria, che a quell’epoca era sotto il dominio dell’Austria, l’imperatore Francesco Giuseppe d’Asburgo-Lorena (1830- 1916) decise di fondare nel 1867 un nuovo impero, chiamato austro-ungarico. Questo era infatti costituito dall’Austria (e dai suoi possedimenti in Boemia, Moravia e in Croazia) e dal regno indipendente d’Ungheria, che sarebbe stato governato tuttavia dallo stesso imperatore d’Austria. Questa manovra politica venne chiamata “Ausgleich“, ossia “compromesso“, per fare in modo che l’Ungheria ottenesse l’indipendenza senza che il potere asburgico venisse intaccato.

Francesco Giuseppe d'Austria.
Francesco Giuseppe d’Austria.

Successivamente, dopo la Prima Guerra Mondiale (1914-1918) anche l’impero austro-ungarico venne sciolto: alla morte di Francesco Giuseppe nel 1916, gli successe il pronipote Carlo I della famiglia Asburgo-Lorena-Este. Ma alla fine della guerra, nel 1919, gli Asburgo furono costretti ad abdicare poiché sconfitti, e al posto della corona imperiale venne istituita la repubblica d’Austria, corrispondente alla repubblica attuale. L’Austria perse tutte le terre sotto il suo controllo, e i suoi confini furono ridotti a quelli del piccolo arciducato originale, privo però di parte del Tirolo e del Friuli.

Nonostante nel 1938 l’Austria venne inglobata all’interno della Germania per formare, con il Terzo Reich, la “Grande Germania”, alla fine della Seconda Guerra Mondiale (1939-1945) vennero ripristinati i suoi confini originali stabiliti nel ’19, rimasti inalterati fino ad oggi.

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