GLI ASBURGO-LORENA IN TOSCANA

Storia della dominazione austriaca nel granducato di Toscana attraverso il ramo cadetto degli Asburgo-Lorena, famiglia di mecenati e sovrani illuminati che regnò dal 1737 al 1860.

All’inizio del XVIII secolo la Toscana, divenuta un granducato dal 1569, era governata dalla famiglia Medici, il cui ultimo discendente, Gian Gastone figlio del granduca Cosimo III, morì il 9 luglio 1737 senza eredi (l’unica parente rimasta in vita era la sorella Anna Maria Luisa, che per la legge di successione non poteva ereditare).

In seguito alla Guerra di Successione Polacca (1733-1738), il re polacco spodestato, Stanislao Leszczyński, venne indennizzato ottenendo il ducato di Lorena, che poi passò alla Francia dopo la sua morte (sua figlia era infatti sposa del re Luigi XV). Questo fece perdere il ducato al legittimo erede, Francesco III, che da un anno era marito dell’arciduchessa d’Austria, Maria Teresa d’Asburgo. In cambio della rinuncia al trono di Lorena, si decise pertanto di assegnare il Granducato di Toscana, destinato altrimenti alla Spagna, a quest’ultimo.

Infatti, la Francia si dichiarò disposta ad accettare la successione di Maria Teresa e di suo marito al trono del Sacro Romano Impero solo in cambio di tale cessione (si ricorda che Maria Teresa, pur essendo l’erede diretta dell’ultimo imperatore, per la legge imperiale convenzionale non avrebbe potuto salire al trono in quanto donna).

Dal matrimonio tra Maria Teresa e Francesco III (noto anche come Francesco Stefano), futuri imperatori del Sacro Romano Impero, la famiglia imperiale degli Asburgo aveva cambiato nome ed era nata la nuova casa regnante degli Asburgo-Lorena (Habsburg-Lothringen).

Il granducato di Toscana fu pertanto venduto alla famiglia Asburgo-Lorena, con il patto che le opere d’arte presenti in esso non venissero mai portate al di fuori della Toscana. Questo patto, noto come “patto di famiglia” stipulato il 31 ottobre 1737 tra Anna Maria Luisa de’ Medici e Francesco Stefano di Lorena, ha permesso tutt’oggi la conservazione del patrimonio artistico di Firenze e delle principali città d’arte della Toscana.

Anna Maria Luisa De’ Medici ritratta da Antonio Franchi nel 1690 – 1691.

Divenuti imperatori nel 1748, Maria Teresa e Francesco Stefano stabilirono di lasciare in eredità l’impero al loro primo figlio maschio, e il granducato di Toscana al secondo. Infatti, per mantenere l’equilibrio dei poteri in Europa, venne loro imposto dalle corti straniere che il futuro granduca di Toscana non potesse essere al contempo imperatore.

Quando poi Francesco Stefano morì, nel 1765, il granducato venne ceduto al figlio Pietro Leopoldo I (o semplicemente Leopoldo I), il quale si rivelò un sovrano altrettanto illuminato come suo fratello maggiore, l’imperatore Giuseppe II del Sacro Romano Impero. Per questa ragione, fu subito una figura molto amata dai sudditi del granducato, sebbene di nazionalità straniera.

Leopoldo II (a sinistra, con la giacca bianca) e suo fratello Giuseppe II (a destra, con la giacca nera) dipinti a Roma da Pompeo Batoni.

Alla morte senza eredi maschi di Giuseppe II nel febbraio del 1790, Pietro Leopoldo venne incoronato imperatore del Sacro Romano Impero col nome di Leopoldo II. Stabilitosi definitivamente a Vienna, lasciò il granducato di Toscana a suo figlio Ferdinando III, come era nelle clausole internazionali. Anche quest’ultimo seppe apportare numerose innovazioni e farsi ben volere da tutta la cittadinanza.

Nel 1793, cioè dopo la decapitazione del re di Francia Luigi XVI e la dichiarazione della repubblica francese, Ferdinando III fu costretto dalla monarchica Inghilterra a dichiarare guerra ai francesi. Tuttavia, il carattere mite del granduca, che si contrapponeva a quello dell’ agguerrito re inglese Giorgio III di Hannover, portò presto alla pace con la Francia nel 1795.

Quando poi Napoleone e le sue truppe occuparono il granducato nel 1799, Ferdinando III fu costretto momentaneamente all’esilio a Vienna, e successivamente ne fu imposta l’abdicazione nel 1801 in cambio del granducato di Salisburgo e del granducato di Würzburg.

Venne poi riportato sul trono dopo il Congresso di Vienna del 1814, riaccolto a braccia aperte dal popolo di Toscana. Insieme al granducato, riuscì inoltre a farsi assegnare il Principato di Piombino, sebbene dovette rinunciare agli altri due granducati ottenuti da Napoleone.

Ferdinando III di Toscana dipinto da Joseph Dorffmeister nel 1797.

Morì nel 1824 durante i lavori di bonifica in Maremma, luogo infestato dalla malaria. Gli successe suo figlio Leopoldo II di Toscana (detto “Canapone” per il colore sbiadito dei suoi capelli), il quale riuscì ad impossessarsi anche del Ducato di Lucca e governò fino al 1859, anno in cui il Regno di Sardegna (che cambiò nome nel 1861 in Regno d’Italia) impose l’annessione del granducato ai suoi domini.

Essendo di sangue austriaco, il granduca si rifiutò di prendere le armi contro l’Austria per liberare il nord Italia dalla dominazione straniera e favorire la proclamazione del Regno d’Italia, perciò ne fu chiesta immediatamente l’abdicazione dal re di Sardegna, Vittorio Emanuele II di Savoia, e dal suo primo ministro Cavour. Il 27 aprile Leopoldo II fuggì in Emilia e passò il resto della vita in Austria e in Boemia, ma morì a Roma nel 1870.

Leopoldo II di Toscana con gli abiti dell’ordine di Santo Stefano, dipinto da Giuseppe Bezzuoli nel 1840.

Il granducato di Toscana venne ereditato per un anno (1859-1860) dal figlio Ferdinando IV, che però non esercitò mai un vero potere. Nel 1860 la Toscana venne definitivamente annessa al Regno di Sardegna e nel 1866 il nuovo granduca e la sua famiglia si trasferirono definitivamente in Austria.

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